martedì 3 novembre 2015

"In riva dell'Isonzo, ci sta Santa Lucia..." - Breve storia del s.ten. Carlo Balestrero da Genova

 A destra dell'Isonzo
ci sta Santa Maria,
se stanco sei di vivere
t'insegnerò la via.
In riva dell'Isonzo
ci sta Santa Lucia,
se vuoi morire giovane
ti mostrerò la via.

In un altro post di qualche tempo fa, si era ricostruita una storia partendo da una dedica scritta su una fotografia (qui la storia di Emilio Castano). Più di recente, lo stesso si è fatto muovendo da due "strani biglietti" (qui la storia di Candido Cresseri). Con questo articolo, invece, cercheremo di far parlare, nientemeno, che un pezzetto di ferro: una medaglia, e per la precisione una medaglia di bronzo al Valore Militare (1).
Ecco dunque, per cominciare, l'oggetto in questione (2) (nella foto in basso, in compagnia delle sue "sorelle" (3)):
Questa piccola medaglia - recuperata da chi scrive sul mercato collezionistico - ci racconta una storia: la storia del giovane a cui essa fu conferita e che, tuttavia, non poté mai fregiarsene il petto. Si chiamava Carlo Balestrero.
Il medagliere del s.ten. Carlo Balestrero, MBVM alla memoria.
Carlo Balestrero vide la luce il 10 dicembre del 1891 a Genova. Figlio di Pietro Balestrero e Paola Enrichetta Tavella, crebbe nel sestiere di San Vincenzo, uno dei sei antichi rioni della Città della Lanterna. Di famiglia piccolo-borghese, proseguì gli studi, iscrivendosi al Regio Istituto Tecnico e Nautico "Vittorio Emanuele II", che si trovava - come oggi  - nel Palazzo Rostan, in Largo della Zecca. Questo istituto era stato uno dei primissimi istituti politecnici del Regno di Sardegna per poi mantenere, con l'Unità, un ruolo di prestigio nel panorama dell'istruzione tecnica del Nord Italia.
Il giovane Balestrero vi frequentò la sezione di Commercio e Ragioneria, diplomandosi nell'anno scolastico 1910-1911 (4). Nel corso del medesimo anno 1911 fu chiamato, insieme alla sua classe, al reclutamento nel Regio Esercito. Dai pur scarsi dati in nostro possesso, deve desumersi che Balestrero fu arruolato e destinato all'arma di Fanteria. Chiamato alle armi nel corso dello stesso anno, svolse poi il biennio di servizio militare di leva, congedandosi col grado di sergente (5). Con il 1913, assolti gli obblighi di leva, Carlo Balestrero tornò alla vita civile, e si dovette trovare un impiego quale ragioniere. Era certamente, per il suo tempo, un giovane avviato a una tranquilla vita professionale, con una realistica aspettativa verso una certa stabilità economica. Ma venne la guerra, a sparigliare le carte sue, come di tanti altri.

Il s.ten. Carlo Balestrero, del 26° Regg. Fanteria Brigata "Bergamo" (1915).
Risulta, a questo punto, alquanto complesso ricostruire le vicende che condussero Carlo Balestrero a tornare a vestire l'uniforme del Regio Esercito (6).  Egli, assai probabilmente, fu richiamato alle armi nell'estate del 1914, in seguito alla dichiarazione di neutralità del Regno d'Italia, in seguito alla quale era stato disposto il richiamo dal congedo della classe 1891 (7). Altrettanto probabilmente, Balestrero fu trattenuto alle armi sino al nuovo anno 1915. Anche in virtù del suo grado d'istruzione, fu dunque selezionato per svolgere i corsi per allievo ufficiale di complemento. Per certo, il 25 febbraio del '15, infine, fu promosso al grado di sottotenente (8). Egli, dunque, diventava ufficiale giusto poche settimane prima che il Regno d'Italia formalizzasse - con la firma del Patto di Londra - la sua discesa in campo al fianco dell'Intesa, contro l'antico nemico, l'Impero Austro-Ungarico. La vicenda di Balestrero, da questo punto di vista, è emblematica perché rappresentativa di quella fresca generazione di giovani e giovanissimi ufficiali subalterni che, pur del tutto ignari - fino a poche settimane prima - dell'"arte del comando", si ritrovarono protagonisti, in ruoli assai delicati, delle prime, violentissime offensive sferrate sul fronte italo-austriaco. Con buona probabilità, dopo l'avanzamento di grado il nostro Carlo fu assegnato immediatamente al 26° Reggimento Fanteria che, con il 25°, componeva la Brigata "Bergamo". Entrambi i reggimenti avevano sede a Piacenza col 26°, in particolare, alloggiato presso un'ala del Palazzo Farnese.

Palazzo Farnese a Piacenza, sede del 26° Regg. Fanteria in tempo di pace.
L'ordine di battaglia del Regio Esercito prevedeva che la Brigata "Bergamo" costituisse, insieme alla Brigata "Valtellina" e relativi servizi, la 7^ Divisione di linea (9). Essa era assegnata al VI Corpo d'Armata, a sua volta inquadrato nella 2^ Armata. Con il mese di maggio, in conformità ai piani di mobilitazione, la Brigata "Bergamo" fu trasferita verso il confine con l'Impero Austro-Ungarico, dislocandosi nell'alta valle del Judrio.
Varcato il confine, nella fatidica giornata del 24 maggio, la brigata si schierò di fronte a quello che sarebbe stato l'obiettivo dei suoi sanguinosi sforzi, per i due anni successivi: la piazzaforte di Tolmino. Tolmino era - ed è - una bella cittadina posta sulla riva orientale dell'Isonzo, nell'alto corso di questo fatale fiume. Sin dai primissimi giorni di guerra, essa rappresentò uno dei principali obiettivi degli sforzi offensivi dell'esercito italiano sulla fronte giulia. Il possesso di Tolmino era fondamentale giacché - oltre a rappresentare uno snodo nevralgico per l'esercito austro-ungherese - essa costituiva la chiave per la successiva avanzata nel cuore dell'Impero absburgico: caduta Tolmino, inoltre, si sarebbe tagliata una delle più pericolose linee d'attacco a disposizione del nemico. Tuttavia, gli Austro-Ungheresi potevano, anche in questo caso, contare sul formidabile aiuto a loro offerto dalla...natura, e dalla geografia. Di fronte a Tolmino, sulla riva occidentale dell'Isonzo, si ergevano infatti due verdi collinette, dai nomi assai rassicuranti: quella di Santa Maria (in sloveno, Mengore), e quella di Santa Lucia (in sloveno, Cvetjie).

"Le due colline di S. Maria e S. Lucia sono nell'interno dell'ansa che l'Isonzo descrive in prossimità di Tolmino, ed occupano l'area triangolare determinata dai due rami dell'Isonzo rispettivamente a nord e a sud del punto di flessione e dal solco pel quale passa la rotabile che da Volzana raggiunge la sponda destra dell'Isonzo in prossimità di Selo. Le colline di S. Maria e di S. Lucia hanno ciascuna la base a forma pressoché ellittica, quella di S. Maria - a nord - ha l'asse maggiore orientato nel senso dei paralleli, quella di S. Lucia - a sud - ha l'asse maggiore orientato da N.E. a S.O., e le due dorsali hanno lo stesso andamento degli assi accennati. Nella loro attaccatura le due colline formano l'avvallamento aperto fra Kozarsce, sbocco ovest e Modrejce, sbocco est; e le posizioni marginali delle due colline costituivano nel loro complesso una tanaglia ad angolo ottuso, col vertice a Kozarsce. I nostri attacchi si svilupparono dalle estremità esterne dei due lati della tanaglia: e cioè dalla zona di Volzana e da quella di Selo" (10).

Gli Austro-Ungheresi, ben consci dell'importanza strategica del luogo, avevano provveduto a fortificare, già ben prima dell'entrata in guerra dell'Italia, entrambi i rilievi. Essi, con le opere fortificate circonvicine, costituivano la c.d. "testa di ponte di Tolmino". La Brigata "Bergamo" - si diceva - raggiunse lo sbocco della Val Judrio alla vigilia della dichiarazione di guerra; nel frattempo, il comandante della II Armata (Gen. Frugoni) aveva affidato al IV Corpo d'Armata il compito di agire su Tolmino. In quest'ottica, fu ordinato il concentramento della 7^ Divisione intorno al villaggio di Kambresco. A questa era affidato il compito di agire - dopo aver attraversato l'Isonzo tra Canale e Doblar - con un "attacco avvolgente a maggior raggio" avente per obiettivo la zona di Kal, nell'altopiano della Bainsizza. L'azione, in seguito ad altri movimenti eseguiti da altre unità del IV C.d.A., avrebbe dovuto iniziarsi il giorno 2 giugno. Tuttavia, la mancata occupazione della dorsale Monte Nero-Mrzli, costrinse a ritardare l'azione avvolgente su Tolmino, che dovette essere rinviatata al giorno 4 giugno. All'alba di quel giorno, la 7^ Divisione (Brigate "Bergamo" e "Valtellina") iniziò il proprio movimento: mentre la "Valtellina" svolgeva un attacco dimostrativo contro i villaggi di Canale e Bodrez, la "Bergamo" occupava senza difficoltà il costone Cemponi-Krad Vhr, assumendo la fronte dalle pendici del Monte Jeza  sino a Doblar. Intanto, era stata decisa la sospensione generale dell'azione contro il Mrzli, che si concluse nella notte sul 5 giugno.

Sul fronte della 7^ Divisione, la sospensione delle operazioni durò circa due settimane, sino alla nuova azione generale predisposta dal Comando Supremo, che avrebbe dato luogo alla Pima Battaglia dell'Isonzo. In tale quadro, il comando del IV Corpo d'Armata (ten. gen. Nicolis Di Robilant), decideva di ritentare l'occupazione di Tolmino, attraverso un attacco avvolgente da nord, avanzando dal Monte Nero. Alla 7^ Divisione, stavolta, era affidato il compito di sorvegliare la sponda destra dell'Isonzo in corrispondenza del Kolovrat, concorrendo con le proprie artiglierie all'azione svolta dell'8^ Divisione; e, inoltre, essa doveva svolgere "azioni dimostrative" contro le alture di Santa Maria e Santa Lucia, per tenere impegnato il nemico su tali posizioni, impedendogli di distogliere forze per trasferirle sul fronte dell'attacco principale. La preparazione d'artiglieria di svolse tra l'1 e il 2 di luglio, mentre l'attacco delle fanterie doveva svolgersi il giorno 4.

La Brigata "Bergamo" avrebbe dovuto muovere dalle sue posizioni di partenza, poste sullo sperone del Krad Vhr e tra Cemponi e Doblar. In particolare, il 26° aveva in prima linea il suo II e il III battaglione, mentre il IV si trovava in seconda linea (11). Il sottotenente Balestrero comandava per l'appunto un plotone della 16^ compagnia, inquadrata nel IV battaglione del 26° (nota: l'indicazione della compagnia è tratta dall'atto di morte, conservato presso gli archivi dello stato civile del Comune di Genova). Già nella giornata del 3 luglio, alcune pattuglie della "Bergamo" avevano svolto azioni di osservazione sulla dislocazione delle forze nemiche; nella notte sul 4, l'ala sinistra della Brigata (costituita da due battaglioni del 25°) assaltò il villaggio di Kozarsce, contemporaneamente ad un'azione di sorpresa attuata da reparti della Brigata "Valtellina". L'azione notturna non fruttò risultati, e pertanto si decise di ritentarla nella giornata successiva, da parte, ancora una volta, del solo 25° reggimento. A sera, data la forte resistenza nemica, l'azione fu sospesa e le truppe ritirate dall'abitato di Kozarsce. Nello stesso tempo, il comando della 7^ Divisione ordinò che anche la Brigata "Valtellina" riprendesse lo schieramento di partenza occupato prima del 4, dato che le posizioni nel frattempo raggiunte erano di difficilissimo mantenimento.
Le operazioni di quelle giornate, pertanto, si erano concluse senza sostanziali progressi sulla fronte della 7^ Divisione, e in particolare della Brigata "Bergamo".

Passò una ventina di giorni di sostanziale stallo nelle operazioni, sinché, il 28 luglio, nel corso di un incontro a Udine tra il capo di Stato Maggiore dell'esercito (gen. Cadorna) e i comandanti del IV Corpo d'Armata e della "Zona Carnia", fu decisa una nuova operazione di largo respiro sulla fronte Giulia. Il 4 agosto, il comando del IV Corpo d'A. diramava alle proprie unità gli ordini per la successiva azione sulla propria fronte, che avrebbe avuto per obiettivi Tolmino e la conca di Plezzo.
L'attacco contro Tolmino, articolato su tre direttrici, avrebbe visto ancora una volta la 7^ Divisione (comandata dal magg. gen. Franzini) impegnata contro le alture di Santa Maria e Santa Lucia. La Divisione, alla vigilia dell'offensiva, si trovava schierata fra la quota 179 a nord di Volzana e l'abitato di Ronzina. La Brigata "Bergamo", a sua volta, si trovava al centro dello schieramento, col 26° dislocato sino a Selo. A fronteggiare le truppe italiane stava la 50^ Divisione austro-ungherese, e in particolare, tra l'Isonzo e Sela, l'8^ Brigata da Montagna.

L'azione, concepita su "due movimenti", iniziò - contro l'obiettivo di Plezzo - la mattina del 12 agosto. Per l'azione contro Tolmino e le posizioni circostanti, si attese per altri due giorni, sino al giorno 14. La Brigata "Bergamo" si trovava ad affrontare l'altura di Santa Lucia, attaccandone sia la dorsale, risalendone la falda occidentale, sia la sella di Kozarsce. Le difese austro-ungariche erano, invece, organizzate su un sistema di linee di trincee parallele, collegate ai capisaldi della dorsale. Al 26° Reggimento toccava il compito di risalire la dorsale occidentale, punto al tratto di linea fra la Quota 588 e il "gradino" di Quota 510. Nei giorni tra il 14 e il 15 agosto, la "Bergamo" era riuscita a "raggiungere la prima linea nemica, aggrapparsi ai reticolati e iniziare e condurre a termine una tenace opera di sgretolamento" (12). Opera che avrebbe dato i suoi frutti il 16 agosto. La prima linea austriaca, per un tratto, costeggiava il margine del bosco di Santa Lucia, ove si era attestato - fronte ad est - proprio il 26° Reggimento del sottotenente Balestrero. In primissima linea era schierato - accanto al I battaglione del 25° - esattamente il IV Battaglione del 26°, nel quale era inquadrato il giovane ufficiale genovese. Intorno alle ore 13 del 16 agosto, i due battaglioni scattarono all'assalto e, con un impeto che sorprese i difensori, riuscirono a penetrare in profondità le linee avversarie. Accorsi gli altri battaglioni di rincalzo, la conquista fu consolidata, spezzando la linea austro-ungherese, con la cattura di 560 prigionieri e 4 mitragliatrici. A sera, era in mano italiana una parte della selva di Santa Lucia e della sponda sinistra della c.d. "corrente della fonte".


La zona di operazioni dei colli di Santa Lucia (in basso) e Santa Maria (in alto), tra il 14 e il 17 agosto 1915.

Il giorno successivo, 17 agosto, i reparti della "Bergamo" - con un nuovo assalto - riuscirono ad avanzare ulteriormente, ampliando l'occupazione del bosco. Nel frattempo, nel campo avversario si era registrata l'entrata in linea della 57^ brigata Kaiser-Jaeger, su sette battaglioni. Così rinforzati, gli Austro-Ungheresi si lanciarono al contrattacco: l'intera giornata del 18 agosto fu contrassegnata da continui attacchi contro le posizioni conquistate dagli Italiani, che, protrattisi fino a notte inoltrata, furono però tutti respinti.

Tra gli animosi difensori delle trincee di Santa Lucia c'era anche il sottotenente Balestrero. Per il contegno particolarmente ardimentoso dimostrato nei tre giorni di sanguinosi combattimenti, a sarebbe stata conferita la medaglia di bronzo al Valore Militare, con la seguente, bella motivazione (della quale, per ora, non riportiamo l'ultimo inciso):

"Durante l'attacco e l'occupazione delle trincee ed in un successivo combattimento, condusse il suo plotone con grande slancio ed ardimento. Negli attacchi notturni che ne seguirono, si mantenne sempre calmo ed impavido. [...]" - Collina Santa Lucia, 16-18 agosto 1915.



Nonostante il pesantissimo sforzo sostenuto, per i fanti del 26° reggimento non era ancora giunto il momento di passare a riposo in retrovia. Essi si mantennero, perciò, sulle trincee da loro stessi conquistate nei giorni precedenti, sino al giorno 20, quando il comando del IV Corpo d'Armata ordinò la ripresa dell'offensiva. Il IV Battaglione del 26° era destinato a operare insieme al XXII battaglione Bersaglieri, ancora contro le difese occidentali della dorsale del colle di Santa Lucia. L'attacco riprese alle 18.30 del 22 agosto: l'avanzata giunse a lambire la Quota 588 sinché la reazione nemica si fece a tal punto violenta da costringere i due reparti a retrocedere, dopo una lotta accanita e durata, anche stavolta, sino a tarda sera. Dunque, il IV Battaglione del 26° Fanteria rientrava nelle trincee del bosco di Santa Lucia, ove sarebbe rimasto sulla difensiva per la settimana successiva. Gli ultimi combattimenti, prima delle offensive progettate per il mese di settembre, avvennero tra il 28 e il 29 agosto, e videro - ancora una volta - il reparto impegnato nel tentativo di avanzare verso la sommità del colle di Santa Lucia. Invece, per il 1° settembre, la relazione ufficiale italiana non cita particolari combattimenti nel settore.
Epperò, proprio in quella giornata, doveva consumarsi l'ultimo atto della vita del giovane ufficiale venuto da Genova. Con buona probabilità, in quella giornata le trincee occupate dal plotone comandato da Carlo Balestrero furono investite da un assalto degli Austro-Ungheresi.
Il sottotenente Balestrero, mentre combatteva in mezzo ai suoi uomini - sulle "pendici occidentali di Santa Lucia" - , fu raggiunto da una fucilata alla testa. Così recita l'ultima frase della motivazione della medaglia di bronzo conferita alla sua memoria:

"Colpito a morte, il 1° settembre serenamente spirava".

Le spoglie del giovane ufficiale furono, secondo l'atto di morte, inumate direttamente sulla collina di Santa Lucia, ov'era stato allestito un piccolo cimitero di guerra. Negli Anni Trenta, questo cimitero fu smantellato e le sepolture in esso presenti trasferite presso il Sacrario Militare di Oslavia. E' qui che, con buona probabilità, riposa tuttora il sottotenente Balestrero. A lui vada il nostro ricordo, e un riverente pensiero.

A cura Niccolò F.

(1) Le decorazioni al Valor Militare - intese nella configurazione ancor oggi esistente in Italia - traggono origine, nelle classi "oro" e "argento", dal Regio Viglietto del 26 marzo 1833, che le istituì nel Regno di Sardegna; la classe "bronzo" fu istituita  con R.D. 8 dicembre 1887 n.5100 (sostituendo la preesistente "menzione onorevole") "[...] per premiare quegli atti di fermezza e di coraggio, i quali, senza raggiungere gli estremi richiesti per meritare la medaglia d'argento, meritino tuttavia una particolare distinzione". 
(2) La medaglia in questione è un conio ufficiale della Regia Zecca; benché essa sia relativa a un fatto d'armi avvenuto nel 1915, la presenza del marchio "Z coronata F.G" - introdotto nel corso del primo conflitto, e, secondo alcuni, a partire dal 1917 - non deve stupire. Ciò in quanto essa fu conferita al Balestrero con decreto luogotenenziale del 31/12/1916 e, dunque, certamente incisa e consegnata alla famiglia almeno nel corso del 1917.
(3) Si tratta (da dx a sx): della croce al Merito di Guerra; della medaglia commemorativa per la guerra italo-austriaca 1915-1918; della medaglia della vittoria commemorativa della grande guerra per la civiltà (o "interalleata").
(4) Albo d'onore..., op. cit., p. 5.
(5)Tali circostanze si desumono dalle modalità della sua successiva promozione al grado di sottotenente, per la quale vedasi infra.
(6) Certezze in tal senso potrebbero essere fornite unicamente dal relativo stato di servizio, non ancora in possesso di chi scrive.
(7) In seguito alla dichiarazione di neutralità del Regno d'Italia, avvenuta il 2 agosto 1914, fu disposto il richiamo dal congedo delle classi di leva del 1889, 1890, 1891; nel corso dell'autunno, inoltre, fu decisa la chiamata anticipata delle classi 1894 e 1895.
(8) Con R. Decreto del 25 febbraio 1915.
(9) Ordine di battaglia della 7^ Divisione di Linea al 24 maggio 1915: Brigata di Fanteria "Bergamo" (regg. 25° e 26°); Brigata di Fanteria "Valtellina" (regg. 65° e 66°); 21° Regg. Artiglieria da Campagna; VI Gruppo "Udine"/2° Regg. Art. Montagna; V Gruppo/1° Regg. Art.; 1^ Comp. Zappatori del 1° Regg. Genio; Servizi.
(10) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 302.
(11) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 219. Si noti che il 26° regg. Fanteria, per tutta la durata della guerra, fu costituito da un II, III e IV battaglione (cioè, pur essendo su tre battaglioni, non esisteva il I).
(12) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 303.

BIBLIOGRAFIA
  • Albo d'onore dei professori e degli alunni dell'Istituto tecnico e nautico V.E. II, caduti, mutilati, feriti o meritevoli di segnalazione per atti di valore compiuti durante la nostra guerra : 1915-1918 - dicembre 1919, Tipografia Sociale, Genova, 1919.
  • L'Esercito italiano nella grande guerra, Vol. II, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1929.
  • La Grande Guerra sulla fronte Giulia, O. Di Brazzano, Ed. Panorama, 2002.
  • Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato.
  • Sito internet dell'Istituto del Nastro Azzurro ttp://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/

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