venerdì 25 dicembre 2015

Il Santo Natale 1915 all'ospedale CRI di Legnano

Nell'augurare a tutti i lettori un felice S.Natale proponiamo un capitolo del diario della crocerossina Bianca Mojoli Barberis che nel Natale del 1915 prestava servizio nell'ospedale militare di Legnano, in provincia di Milano.

NATALE DI GUERRA

Fervono i preparativi pel Natale.
Nel bianco e tranquillo ospedale è come sospesa una commossa aspettazione, una gioiosa ansietà del domani così bello - ognuno pensa in cuor suo - così bello per chi ha intorno tanto calore di affetto e protezione. Che importa se la bruma decembrale mette come un velo freddo e opaco ai vetri ben chiusi delle grandi finestre? Dentro, nel caldo rifugio, alla luce delle lampade elettriche si animano e sorridono visi rifioriti di convalescenti e dolci visi di infermiere; in tutti gli occhi c'è una luce e un annunzio: domani è Natale!

Sommessi mormorii sfuggono da gruppetti di svelte figurine affaccendate; i soldati passano vicino gruppetti misteriosi, fingono di non udire e di non sapere, ma i loro volti ove l'animo è raccolto in commosso affetto, dicono chiaro ch'essi sanno e intendono. Sentono intorno ad essi, come materiato, il fervido desiderio che è in tutti - medici e infermiere - di ripagarli, almeno in parte, nella festività Natalizia, di tutti i disagi e le privazioni sofferte; di ridar loro, pur tra le corsie dell'ospedale, la dolcezza del focolare lontano.
Domani tante madri, tante spose, tante sorelle, avranno in cuore più fissa e più desiderata l'immagine dell'assente; per tutta quella femminile accorata tenerezza altre mani di donna preparano oggi col fervore di una missione da compiere, le sorprese e i doni che richiameranno sui visi pensosi dei bravi soldati un sorriso di riconoscenza affettuosa.
Dietro i vetri chiusi alla bruma decembrale nel tiepido rifugio delle corsie, nella luce viva delle lampade elettriche è come un'aura nuova di festività e di attesa: domani è Natale!

E' Natale. Da due millenni, quasi, la poesia di questo giorno soavissimo rinnova nei cuori degli uomini la commozione profonda del suo divino Mistero.
E ogni anno in questo giorno, è come un ritornare dell'anima alle fonti purissime della Bontà, dell'Amore, per spogliarsi di ogni debolezza e desiderare solo la Virtù.
Natale di guerra quest'anno! Festa dell'amore tra il fragore degli odii scatenati; commemorazione di Presepio tra la bufera e lo sconvolgimento degli uomini e delle cose.
Tutto questo penso varcando la soglia dell'ospedale, di primo mattino, quando ancora la lampada velata della notte fascia di ombra discreta i bianchi letti e i tranquilli dormienti.
Nell'atrio c'è luce e movimento.
Tra i doni arrivati all'ultima ora, ieri sera, sono le belle medaglie bronzee, commemoranti il Natale di guerra.
Vediamo: se le portassimo subito, una ciascuna per letto, ai nostri feriti, ed essi, levandosi, trovassero un primo dono del Bambino Gesù?
Un breve consulto tra il gruppo delle infermiere mattutine.
- Signora - dice una - il mio "56" mi ha avvisata fin da ieri sera che non si alzerà se non troverà nella pantofola il regalo del Bambino -
- Facciamo - è l'opinione di un altra - che la giornata incominci con una lieta sorpresa -
Piano, ciascuna prende il suo numero di involtini e va a preparare la dolce improvvisata.
E poichè la sveglia suona in quel punto e la luce si fa nelle corsie, è un levarsi curioso di voci e di richiami.
- Oh! Bello! -
- Guarda qui il soldato in trincea! -
- E il Bambino col ramo d'ulivo -
- Io me la attacco subito sulla giubba e me la porto in Chiesa alla Messa -
- Ed io no? -
- Grazie signora! -
- Grazie, signorina! -
Il "56" si è alzato, visto che la strenna è arrivata e si da attorno a cercare degli spilli, tra i compagni.
E le infermiere si apprestano a decorare le giubbe della graziosa medaglia col nastrino tricolore.
- I nostri compagni, lassù in trincea, che Natale avranno? -
La domanda viene da un ferito toscano, da poco arrivato dall'Ospedale da campo, un soldato sempre allegro, malgrado la sua "pancia bucata" come dice lui (una palla nemica lo ha ferito all'addome).
Per un attimo passa nel cuore d'ognuno lo stesso palpito pei fratelli e le voci taccioni.
La visione delle lontane trincee bianche di neve, e degli eroici difensori vigili tra il freddo e i disagi ritorna insistente durante la Messa celebrata nella Cappella Claustrale, in un'atmosfera di mistica bellezza e di commozione indescrivibile.
L'Altare è tutto uno sfavillio di lumi riflessi e moltiplicati nei lucidi argenti dei candelabri, nell'oro brillante del Tabernacolo e del tronetto rizzato tra i due angeli oranti, sul damasco d'oro della ricca pianeta indossata dal celebrante. Dall'incensiere leggere nubi si levano, velando a tratti e addolcendo lo sfolgorio che irraggia dalla Mensa preparata per il Sacrificio.
Al di qua della balaustra, nei banchi s'allineano le grigie divise dei soldati nostri e subito dopo di essi è il gruppo candido delle infermiere crociate. La nobildonna che ci è larga di ospitalità e che ha convertito un'ala del suo palazzo nel grazioso e quieto ospedale della Croce Rossa, è pure presente con tutta la sua Casa.
Nel fondo della Cappella, attorno all'Armonium, sono i cori che dovranno accompagnare la funzione divina.
E quando il Sacerdote sale all'Altare le note dolci e solenni di un'antica pastorale s'effondono intorno a noi e le argentine voci vibranti dei cori intonano un mottetto bellissimo:
- Gaudeamus! -
Viene fatto di sognare, tra la leggera nube d'incenso e il barbaglio dei lumi, un agitarsi e uno svolare di angeli intorno alla culla divina mentre la musica canta:
- Gloria in excelsis Deo! -
Nel gruppo delle grigie divise, in quello candido delle infermiere, nell'altro bruno delle Dame presenti, è lo stesso prono raccoglimento, lo stesso raccolto fervore. Ogni anima è come portata fuori dal mondo materiale in un'atmosfera di Paradiso; ogni anima dinetica un istante il peso affannoso della vita, per tuffarsi nella dolcezza confortatrice della Fede.
I visi che si levarono fermi incontro al nemico e alla morte, si curvano ora, vinti da una trepida dolcezza, davanti all'Ostia Divina; occhi che fissarono asciutti le orribili stragi ed il supremo pericolo hanno ora veli di lagrime trattenute.
- Agnus Dei - cantano le voci limpide e alla Divina Mensa s'accostano i buoni e forti soldati, le bianche infermiere.
... Veramente, ora, nella piccola Chiesa vi sono nubi d'incenso e nubi di Angeli...
Passa nella musica e nei cori un largo fremere di note imploranti:
- Parce Domine, parce populo tuo... - Abbi pietà di noi, o Signore, abbi pietà dei Morti e dei sopravvissuti a questa immane bufera che ci travolge, come l'aquilone travolge le festuche del campo. La musica piange e implora:
- Parce Domine, parce populo tuo -


La medaglia del Natale 1915 di cui si parla nel diario (Fonte:Internet)

Crocerossine dell'ospedale CRI di Legnano con, al centro, l'autrice
Nel giardino dell'ospedale, sulla sinistra la chiesa del Santo Redentore di Legnano


Bibliografia:
- "Dal tacuino di un infermiera della Croce Rossa", Bianca Mojoli Barberis, Rocca S. Casciano 1919, Stabil. Tip. L. Cappelli

lunedì 23 novembre 2015

Ten. Aldo Venier - L'Undicesima battaglia dell'Isonzo dai foglietti di un ufficiale mitragliere

Quelli che seguono sono una raccolta di ordini inviati dal Tenente Aldo Venier, di Venezia, in qualità di comandante della 426° Compagnia mitragliatrici.
Il periodo di riferimento è compreso tra il 28 agosto 1917 e l'11 settembre 1917 quando il reparto, operando a fianco del 68° Reggimento Fanteria della Brigata Palermo, era impegnato sulle postazioni di S. Caterina ed era inserito nell'11° Divisione di Fanteria alle dipendenze del VI Corpo d'armata.

In un altro intervento ricordavamo la storia del Maggiore Elio Ferrari, che cadde nei giorni in cui inizia la testimonianza del Ten. Venier.

Schizzo della zona interessata dai combattimenti. Il Ten. Venier sarà impiegato a Q343, la seconda da destra.


I primi due ordini ci portano già nel mezzo dei preparativi per l'imminente attacco verso il S. Gabriele. Essendo al comando c'erano da coordinare le varie sezioni in modo da garantire adeguata copertura ai fanti all'attacco e, al contempo, bisognava preparare la linea senza che il nemico se ne accorgesse.

Dal comando 426° Compagnia mitragliatrici
Comando 1° Sezione 
28-8-17 ore 10.30 
Al ricevere del presente ordine cotesta sezione al completo di uomini e materiale (porterà quindi seco la propria dotazione di massima) si porterà immediatamente in linea portandosi nelle piazzole a sinistra della 2° sezione. Per norma informo che alle ore 12 verrà sferrato l’attacco. Mi raccomando che la marcia sia fatta in modo da non farsi troppo scorgersi dal nemico. La sezione si porterà in linea passando per la caverna n°3
Il comandante la compagnia
Ten. A.Venier

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 2° e 3° Sezione
28-08-17 ore 10.35 
Informo che oggi alle ore 12 con le solite modalità verrà sferrato l’attacco. La 1° sezione verrà subito a portarsi sulla sinistra della 2°sezione. Il sottot. Sig. Russo è pregato a voler esaminare le piazzole alla sua sinistra (quelle già destinate alla 1° sezione) ed a farle aggiustare e sgomberare eventualmente.
Il comandante la compagnia
Ten. A. Venier

La preparazione però non è cosa semplice, le postazioni spesso sono danneggiate da precedenti attacchi e, quindi, bisogna velocemente riorganizzarle.
In alcuni casi nelle comunicazioni venivano anche disegnati dei piccoli schizzi delle postazioni e la nota, una volta controfirmata per presa visione dai comandanti delle singole sezioni, ritornava al mittente così da essere sicuri che tutti avessero ricevuto gli ordini.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1° sezione
28-08-17 ore 11.45 
Essendo una piazzola, che dovrebbe occupare un arma di cotesta sezione, inutilizzabile, dispongo che sia messa in postazione nella piazzola esistente un’arma con tutto il personale. L’altra arma col personale ed il caposezione si porterà alla galleria n°1 ove attualmente risiede il comando del 3° Battag. (Capit. Marzotto) a disposizione di cotesto comando.
Il comandante la compagnia
Ten. AVenier

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando colonna sinistra
28-08-17 ore 11.45
Dato che una piazzola di quelle che deve ora occupare la nuova sezione è saltata in aria, ed è impossibile ora utilizzarla, di pieno giorno, ho disposto che un’arma della sunnominata sezione stia nella galleria situata tra la trincea e la galleria 1bis, pronta ad entrare in azione.
Annetto lo schizzo della postazione delle mitragliatrici





La giornata del 28 è passata e si fa la conta delle perdite, fortunatamente lievi:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando IV Battagl. 68°Fant.
29-08-17 ore 12
Comunico a cotesto comando che questa Compagnia ha avuto due soldati uccisi ed uno ferito gravemente.

30 agosto, ci si prepara per la giornata successiva che vedrà la ripresa dell'offensiva italiana:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 2° sezione
30-08-17
Al ricevimento del presente cotesta sezione con armi e munizioni si porterà immediatamente alla caverna 1bis (sede attuale del comando di comp.) rimanendovi in attesa di ordini.

Purtroppo c'è un buco tra le giornate dal 30 agosto al 1° di settembre, quando cadde il Ten. Col. Ferrari, probabilmente il libretto delle copie è andato smarrito.
Riprendiamo quindi la narrazione dal 2 di settembre.
I combattimenti dei giorni precedenti hanno messo in luce alcune pecche nell'organizzazione tattica della trincea e questo porta il Venier a rivederne l'assetto, al fine di evitare lo spreco di risorse e migliorarne la capacità offensiva.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando sezione di Destra e di Sinistra
2-9-17
Ho constatato come alcune piazzole occupate da cotesta sezione non siano tenute in efficienza e come non abbiano buon campo di tiro; ho constatato altresì come alcuni graduati poco comprendano il compito loro assegnato e poco conoscano gli obbiettivi da battere.
E perciò prescrivo
 1) Che ogni comandante di sezione faccia modificare le piazzole nel modo che è stato indicato dal sottoscritto nel tempo più breve possibile.
 2)Che sia fatto lo sgombero dal campo di tiro nel tempo più breve possibile.
3)Che ogni graduato conosca con precisione il terreno antistante ed abbia già individuato i bersagli.
4)Che nella piazzola di sinistra della sezione di sinistra venga aperta una nuova ampia feritoia che consenta di battere il terreno antistante alla selletta e a Quota 343N. Che nella piazzola di sinistra della sezione di destra vengano aperte altre due feritoie che consentano di incrociare i tiri con le armi laterali.
5)Che le feritoie siano ampie in modo da consentire una falciata utile.
6)Di giorno le feritoie verranno otturate con sacchetti pieni di terra messi dall’interno e facilmente amovibili
Ten. AVenier

Il 4 di settembre riprende l'azione. Con questo biglietto riservatissimo, e trasmesso solo 15 minuti prima dell'azione probabilmente al fine di evitare fughe di notizie, vengono messi al corrente i comandanti di sezione di come si svolgerà l'azione e dei reparti impegnati. Da quanti apprendiamo poi il nostro tenente avrà il gravoso compito di assumere il comando della linea, con tutti gli oneri che esso comporta.
La parte che getta una luce oscura sul tutto è pero quella finale, e l'accenno ai "compiti di polizia" affidati ai mitraglieri. Si lasciano al lettore eventuali valutazioni storiche.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1° 2° 3° Sezione Riservatissimo
4-9-17 ore 5
Alle ore 5.15 precise di oggi si inizierà l’offensiva per la conquista del S. Gabriele. A momento opportuno le fanterie del IV Battag. del 68° F. manovrerà all’assalto per la conquista della trincea nemica antistante puntando verso case Boneti. Appena uscito il Battaglione che attualmente presidia Q343N e Q343S il sottoscritto assumerà il Comando di detta linea, che va presidiata dalla 426° Comp. Mitr. Dal plotone zappatori del IV 68° e dalla 439° Comp. Mitr. Compito della 426° Comp. Mitr. Oltrechè mantenere la linea è di impedire al nemico di affacciarsi sulla trincea mentre la nostra fanteria avanza e di battere possibilmente le mitragliatrici nemiche con convenienti raffiche. La 1° Sezione rimarrà pronta nella galleria n°1 a mia disposizione. Mi raccomando la calma e la precisione di tiro sugli obbiettivi. Sarà tenere puntate in precedenza le armi mantenendo però mascherate le feritoie.
Rammento altresì la circolare del Comando II° Armata circa il compito di polizia eventuale da parte dei mitraglieri.


Originale dell'ordine di cui sopra, con in basso le firme per ricevuta dei comandanti di sezione

L'attacco è iniziato e i fanti del 68° si scagliano contro la trincea nemica. C'è quindi la necessità di avere un fuoco cadenzato che colpisa le postazioni nemiche al fine di scoraggiare gli austriaci dall'affacciarsi dai trinceramenti:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 2° e 3° sezione
4-9-17 ore 10.30
Le mitragliatrici aprano sulle feritoie di 1° linea nemica fuoco cadenzato minimo. I comandanti di sezione stabiliranno per arma gli obbiettivi ed apriranno immediatamente il fuoco badando di non colpire i nostri.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1° sezione e per conoscenza al sottot. Sig. Russo
4-9-17
Cotesto comando provvederà alla sollecita portazione di un arma comandata dal sergente Boetti nella postazione esistente allo sbocco del camminamento. Detta arma sarà alle dirette dipendenze del Sottot. Sig. Russo. Dovendo avere questi una grande mobilità prescrivo si porti seco solo 10 [parola illeggibile]
Scopo di detta arma è di contrattaccare eventualmente la mitragliatrice nemica e di appoggiare l’avanzata della nostra mitragliatrice.

La giornata del 4 settembre 1917 resterà segnata come una delle peggiori giornate per gli austriaci. L'attacco portato contro la cima colse le truppe austriache, due reggimenti di Landstürmer appena arrivati a dare il cambio agli stremati commilitoni, completamente alla sprovvista e questo, unito alla poca conoscenza della linea da parte dei nuovi rincalzi, permise di conquistare la cima prendendo più di mille prigionieri.
Il giorno successivo il tenente Venier assume, come previsto, il comando della linea:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 439° Comp. Mitrag.
5-9-17 ore 17.30
Da questo momento assumo il comando della linea: Q343N e Q343S come da precedenti ordini del Comando Brigata Palermo

La fanteria va all'assalto e i mitraglieri battono senza sosta le postazioni austriache riuscendo a rallentare i rinforzi dei difensori:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1° Battaglione 68° Fant.
5-9-17 ore 18
Batto con le mie armi i gruppi nemici che disturbano l’avanzata. Con getto di bombe a mano, batto le mitragliatrici nemiche ed infastidisco il sopraggiungere di rinforzi nemici battendo i camminamenti appena vi noto movimento. Sto molto bene attento di non colpire i nostri. Il 4° Battaglione 68° Fant. È uscito già dalla linea di partenza.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando IV Batt. 68° Fant.
5-9-17 ore 18.30
Ho eseguito orodine sparando in aria alcuni colpi. I fanti della 13° sono andati avanti defilandosi alla nostra vista.
Ten. AVenier
Se è possibile mi faccia sapere dove vuole che apra il fuoco con le mie armi

Passano le ore e l'avanzata continua. Il IV Battaglione del 68° Fanteria, agli ordini del capitano Scavone Giovanni, conquista un importante elemento di trincea austriaca.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1° Battaglione 68° Fant.
5-9-17 ore 20.10
Cercherò di proteggere l’avanzamento o la sosta del Batt. Scavone. Alla Q333 si scorge un cannoncino nemico che ho notificato all’ufficiale d’artiglieria di collegamento. Il nemico tirò ma inefficacemente con medi calibri sulle mie postazioni. Ho in linea tutte le mie mitragliatrici e sono collegato con la 439° Comp. Mitr. che sta alla Q343N. Attualmente non si scorge alcun movimento.
Il comandante la linea.

Arriva la sera e i combattimenti diminuiscono ma l'attività logistica non conosce sosta. Bisogna infatti consolidare la linea, cercando di definire lo stato delle forze e la loro disposizione al fine di evitare, in caso di contrattacco, che in qualche punto poco presidiato il fronte possa cedere.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 439° Comp. Mitrag.
5-9-17 ore 20.15
Cotesto comando provvederà a fare collegamento materiale colla mia sezione di sinistra che arriva fino al camminamento che va alla galleria n°3. Mi raccomando la massima vigilanza. Tutte le armi siano in linea. Prego volermi comunicare con chi cotesta compagnia è collegata a sinistra. Mi si tenga informato di ciò che avviene sul fronte di cotesta Compagnia. Prego dare un cenno di assicurazione.

Passa un altra nottata, con solo modesta attività d'artiglieria. Giunge nel settore di S. Caterina, alle dipendenze della Brigata Palermo, il 247° Fanteria della Brigata Girgenti che, nonostante sia appena arrivato, pianifica già un attacco.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Fant.
6-9-17 ore 8.45
Durante la notte leggera attività d’artiglieria sulla linea di partenza (Q343N e Q343S). Si distinguono nostri soldati sulla trincea nemica conquistata a Sud della testata Vallone Sorgenti. Condizioni sfavorevoli di luce impediscono l’osservazione.
Dal comando 439° Comp. Mitrag. Ricevo questa comunicazione:
“Dal comando 247° Regg. Fant. Al comando 439° Comp. Mitrag. Presto si procederà a nuovo attacco. Prego sostenerlo spostando avanti se del caso le sue mitragliatrici. Prego avvertire le altre compagnie mitragliatrici e il comandante del Battaglione del 68° F.”
In conseguenza di ciò ho preso le relative disposizioni per appoggiare col fuoco la nostra avanzata ed avverto il sig. cap. Scavone

Il resoconto della giornata non ha visto l'assalto del 247°, ma solo attività d'artiglieria da parte austriaca che, fortunatamente, ha causato solo danni alle trincee e non agli uomini.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 439° Comp. Mitrag. S.E.
Da Q343S 6-9-17 ore 21
Il comandante il IV Batt. Del 68° F. ha messo a mia disposizione una sezione mitragliatrici Maxim della 1126° Comp. Mitrag.
Se cotesto comando ritiene di avere qualche tratto di linea da rinforzare me lo farà subito sapere. Prego segnare qui sotto le postazioni delle armi di cotesta compagnia, dovendo riferire al comando 68° F.
Schema della linea, con indicate le posizioni di tutte le armi
Stessa pianta dell'immagine sopra, interessante perchè riportato il campo di tiro delle mitragliatrici 


Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Da Q343S 6-9-17
Artiglieria nemica di medio calibro battè oggi efficacemente le postazioni danneggiandole e rovinando i camminamenti senza produrre perdite. Si sta riparando i danni. Il comando IV Battag. 68° F. ha messo a mia disposizione una sezione della 1126° Comp. Mitrag. Che ho fatto portare tra la 426° S.E e la 439° S.E. Nella giornata ho battuto efficacemente squadre di tiratori nemici e lanciatori di bombe che disturbavano i nostri.
Il comandante la linea Q343N e Q343S

Anche la giornata successiva trascorre senza assalto, come si evince da tre comunicati seguenti.
Ha però inizio un pesante fuoco di artiglieria per cercare di prostrare la forze di difesa.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Da Q343S 7-9-17 ore 9.30
Il IV Battaglione di cotesto reggimento si vede trincerato sullo stesso posto di ieri cioè a Nord della Testata Vallone Sorgenti. Nulla di notevole da segnalare sul fronte di predetto Battaglione.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Da Q343S 7-9-17 ore 11.30
Nulla di notevole da segnalare.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
7-9-17
Nessun movimento del IV Battagl. è stato scorto.

Sempre nella giornata del 7 giunge un inattesa notizia: il comando dell'11° Divisione  passa dal Gen. Bonaini di Cignano al Magg. Gen. Allievi. Come prassi quando si prende un nuovo comando un ufficiale è solito passare in rassegna le linee e, forse per per questo motivo, viene inviato un ordine dal 68°Fanteria che richiede di fornire un resoconto dettagliato di tutte le postazioni occupate.
Il ten. Venier coglie l'occasione, al fine di non sfigurare di fronte al nuovo comandante, per richiedere una pulizia della trincea:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 439° Comp. Mitragl.
7-9-17
D’ordine del Comando 68° Fanteria prego comunicare al più presto possibile:
1)  Chi attualmente occupa le caverne n°3,4,5,6.
2)   Chi sta all’osservatorio.
3)  Se ci sono ancora alla sinistra di cotesta compagnia 2 plotoni del 93° F, 2 plotoni del 94° e la 881° Comp. Mitragl.
4) Se c’è ancora l’ufficiale di collegamento del 93° F.
Questa sera probabilmente verrà sulla nostra linea il nuovo comandante l’11° divisione, prego quindi provvedere alla pulizia della trincea.
Il Comandante la linea

In serata giunge la risposta, prontamente girata al 68° Fanteria

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
7-9-17 ore 22
Situazione delle gallerie di Q343S e N.
Caverna n°1 Vuota
Caverna n°1Bis 426° Comp. Mitragl.
Caverna n°2 Posto di medicazione IV Batt. 68° Fant.
Caverna n°3 Vuota
Caverna n°4 Vuota
Caverna n°5 Comando 439° Comp. Mitragl. 1° Sezione 1126° Comp. Mitragl. Posto medicazione IV Batt. 68° Fant. 4° Reparto zappatori
Caverna n°6 Vuota
All’osservatorio di Q343N non c’è nessuno.
Alla sinistra della 439° Comp. Mitragl. Ci sono 2 plotoni della 13° comp. Del 93° Fant. L’881° Comp. Mitragl. Si è spostata in avanti ed i due plotoni della 94° fanno la corveè alla 881° Comp. Mitragl
Sembra che l’ufficiale di collegamento del 93° F. si trova presso il 247° Fanteria.
Il comandante la linea

Nonostante fossero dettagliate le informazioni inviate non bastano, serve sapere precisamente quante mitragliatrici ci sono a disposizione.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
8-9-17 ore 3.15
Accuso ricevuta dell’ordine n°111 di cotesto comando. La linea delle due quote 343N e S è presidiata da 6 mitragliatrici della 439° comp., 6 mitragliatrici della 426° comp. 2 mitragliatrici della 1126°comp. Maxim. Totale 14 mitragliatrici.
Il comand. la 426°

In assenza di combattimenti si continua la solita routine.

Dal Comando linea 343 sud e nord
Al comando 439° Comp. Mitragl.
Prego voler provvedere alla pulizia delle caverne di q.343 nord ed in special modo la caverna n°5.
Contribuirà alla pulizia il personale della 1126° Comp. Mitragliatrici, con quanti altri si trovano in galleria. Prego dare assicurazione.
Il comandante la linea

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 8-9-17 ore 20.15
Durante a giornata nulla di rimarchevole da segnalare. Piccolo movimento nemico nel camminamento di Q383 arrestato dal fuoco delle mitragliatrici di questa compagnia.
Il comandante la compagnia

Nella notte, per aumentare la capacità offensiva, arriva un cannoncino da 37mm che, nonostante le ridotte dimensioni, richiede una discreta mole di lavoro per poter essere messo in postazione.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 9-9-17 ore 11.20
Questa notte è venuto a Q343S un cannoncino da 37mm che deve essere messo in postazione a Q343.
Ho scelto la postazione per battere il costone di Q400 e S. Caterina. Per costruire la piazzola occorrerebbero per questa sera n°10 zappatori con un graduato.


Il Comand. la Comp.

Qualcosa però sembra cambiare, l'arrivo del cannoncino non è casuale e, infatti, poco dopo giunge l'ordine di intensificare i turni di notte.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1°-2°-3° Sezione
Q343S 10-9-17
In seguito alla comunicazione avuta dal 68° Regg. Fant. prescrivo quanto segue:
I comandanti di sezione siano svegli durante la notte ed attivi. Potranno dormire dalle 8 di mattina alle 20 di sera. Durante questo periodo saranno di servizio i capi sezione che di conseguenza riposano.
Il personale delle sezioni sia diviso in due  nei turni di servizio che sarà di 12 ore (armaiolo compreso)
Durante la giornata sarà di servizio sempre un ufficiale a turno, cominciando dal più anziano.
Nel caso che non venga rigorosamente applicato questo ordine chiamerò personalmente responsabili i comand. di sezione.

In una giornata di lavoro il cannoncino è in posizione e pronto all'azione:

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 10-9-17 ore 19
Il cannoncino da 37 mm è già in postazione e pronto ad entrare in azione. Il suo capopezzo mi ha fatto noto che ha solamente n°100 colpi. Bisognerebbe prelevarne altri 200.
Il comand. la compagnia



L'11 settembre, dopo tre giorni di bombardamenti che portarono le artiglierie italiane a scaricare sul monte circa 45.000 colpi, gli italiani passano nuovamente all'attacco. Dalle postazioni di Q343 l'andamento della battaglia che interessa il trinceramento catturato con l'assalto del 5 non è ben visibile, ma alcuni elementi  austriaci provano a scagliarsi contro le postazioni del ten. Venier, magari cercando nel contempo di prendere il IV battaglione del 68° alle spalle.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 11-9-17
Il IV Battagl. 68° sempre presso stesso posto. Fa fuoco nutrito con mitragl. pistole, fucileria contro nemico che sembra ora arretrato.
Da Q400 forti masse nemiche uscirono subito falciate dal fuoco di artiglieria e dalle mitragliatrici della mia compagnia. Non scorgo la colonna Belloni. Gli austriaci di Q400 sembrano rientrati in fuga dalla nella trincea di partenza con visibili forti perdite.

La situazione si fa più seria e le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, il Venier chiede quindi una copia firmata per ricevuta dell'ordine trasmesso per poter dimostrare, nel caso, di aver adempiuto correttamente al proprio incarico, 

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando IV Reparto zappatori 68°F
Trasmetto l’ordine n°449 del comando di reggimento della esecuzione del quale ritengo personalmente responsabile il comandante di cotesto reparto. La ricevuta della 12° comp. firmata dal sig. Capitano Scavone dovrà pervenire a me.
Il comandante la linea Q343S e N

L'estenuante difesa opposta del IV/68° deve aver quasi esaurito le munizioni a disposizione, così vengono inviati i rifornimenti.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Q343S 11-9-17 ore 8.20
La corveè è andata a prendere già le cartucce alla caverna n°2; in questo momento le stanno portando al IV Battagl.
Sembra tornata la calma.
Ten. AVenier

Nel settore torna la relativa calma e, per rinfrancare lo spirito dei mitraglieri, il Venier si complimenta con tutti i suoi uomini per il loro comportamento in battaglia.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 1°-2°-3° Sezione
Q343S 11-9-17
Nel combattimento di questa mattina ho potuto ammirare nella maggior parte calma e precisione di tiro. Ai miei bravi mitraglieri il mio plauso.
Il comand. la comp.

Calma però vuol dire anche conta delle vittime....

Dal Comando della linea Q343S e N (426° comp.)
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 11-9-17
Perdite subite nel combattimento di questa mattina:
426° N N
439° Un morto ed un ferito
La sezione della 1126° si è portata in linea con il IV Battagl.
Questa notte sono giunte n°144 granate per il cannoncino da 37mm
Il comandante la comp.

... e stima delle forze rimaste...

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Q343S 11-9-17 ore 23.45
Nessun altro reparto oltre la 426° la 439° e la 1° 68° presidia la linea da me comandata. Dislocato nelle caverne n°1-3-5 c’è il 2° Battaglione del 48° Fanteria
Il comand. la linea

Ma la calma è solo apparente,sulla sommità del S. Gabriele infuria ancora la lotta che durerà anche per tutta la giornata del 12  settembre.

Dal Comando 426° compagnia mitragliatrici
Al comando 68° Regg. Fanteria
Q343S 11-9-17
Calma sul fronte del IV Battaglione. Violenta lotta sul S.Gabriele, lotta ancora indistinta per le cattive condizioni di luce.
Il comand. la compagnia

Si prega di inviarmi un libretto di ordini essendone completamente sprovvisto.

Il libretto di ordini probabilmente giunse al Venier ma, sfortunatamente, non è giunto fino a noi.
In quella stessa giornata il Venier venne decorato con la Croce al Valor Militare con la seguente motivazione:

"Comandante di compagnia mitragliatrici concorreva a respingere un attacco nemico sotto il violento fuoco avversario dando prova di ardimento, valore e sprezzo del pericolo - S. Gabriele, 11 settembre 1917"

In seguito, nelle tristi giornate di Caporetto, promosso a capitano della 429° compagnia mitragliatrici, venne decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:

" Comandante di una compagnia mitragliatrici, con la sua eroica condotta, seppe tener testa a forze nemiche soverchianti e fermare l'impeto per proteggere il ripiegamento di altre truppe. Esaurite le munizioni, sempre alla testa del proprio reparto facendo uso dell'arma bianca ripiegò ordinatamente e a stretto contatto col nemico al quale inflisse gravi perdite - Monte Semmer (Bainsizza), 25 Ottobre 1917"

Quella che fu la sorte nel resto della guerra non è dato sapere, però sopravvisse al conflitto e continuò la sua carriera nelle forze armate fino a raggiungere, negli anni '60, il grado di Generale di Brigata, ed è con questo grado che è ritratto nella foto che chiude questo scritto:

A cura di Arturo E. A.


BIBLIOGRAFIA:
- 1915-1918 Il fronte di pietra, Giulio Primicerj, Arcana Editrice1985
-          - 1917 – Lubiana o Trieste?, Giulio Primicerj. Arcana Editrice 1986
-         -  Gli arditi sul S. Gabriele, Salvatore Farina. http://isonzofront.altervista.org/articoli/gliArditisulSanGabriele.pdf
-          - Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato.

-        -   Sito internet dell'Istituto del Nastro Azzurro ttp://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/

martedì 3 novembre 2015

"In riva dell'Isonzo, ci sta Santa Lucia..." - Breve storia del s.ten. Carlo Balestrero da Genova

 A destra dell'Isonzo
ci sta Santa Maria,
se stanco sei di vivere
t'insegnerò la via.
In riva dell'Isonzo
ci sta Santa Lucia,
se vuoi morire giovane
ti mostrerò la via.

In un altro post di qualche tempo fa, si era ricostruita una storia partendo da una dedica scritta su una fotografia (qui la storia di Emilio Castano). Più di recente, lo stesso si è fatto muovendo da due "strani biglietti" (qui la storia di Candido Cresseri). Con questo articolo, invece, cercheremo di far parlare, nientemeno, che un pezzetto di ferro: una medaglia, e per la precisione una medaglia di bronzo al Valore Militare (1).
Ecco dunque, per cominciare, l'oggetto in questione (2) (nella foto in basso, in compagnia delle sue "sorelle" (3)):
Questa piccola medaglia - recuperata da chi scrive sul mercato collezionistico - ci racconta una storia: la storia del giovane a cui essa fu conferita e che, tuttavia, non poté mai fregiarsene il petto. Si chiamava Carlo Balestrero.
Il medagliere del s.ten. Carlo Balestrero, MBVM alla memoria.
Carlo Balestrero vide la luce il 10 dicembre del 1891 a Genova. Figlio di Pietro Balestrero e Paola Enrichetta Tavella, crebbe nel sestiere di San Vincenzo, uno dei sei antichi rioni della Città della Lanterna. Di famiglia piccolo-borghese, proseguì gli studi, iscrivendosi al Regio Istituto Tecnico e Nautico "Vittorio Emanuele II", che si trovava - come oggi  - nel Palazzo Rostan, in Largo della Zecca. Questo istituto era stato uno dei primissimi istituti politecnici del Regno di Sardegna per poi mantenere, con l'Unità, un ruolo di prestigio nel panorama dell'istruzione tecnica del Nord Italia.
Il giovane Balestrero vi frequentò la sezione di Commercio e Ragioneria, diplomandosi nell'anno scolastico 1910-1911 (4). Nel corso del medesimo anno 1911 fu chiamato, insieme alla sua classe, al reclutamento nel Regio Esercito. Dai pur scarsi dati in nostro possesso, deve desumersi che Balestrero fu arruolato e destinato all'arma di Fanteria. Chiamato alle armi nel corso dello stesso anno, svolse poi il biennio di servizio militare di leva, congedandosi col grado di sergente (5). Con il 1913, assolti gli obblighi di leva, Carlo Balestrero tornò alla vita civile, e si dovette trovare un impiego quale ragioniere. Era certamente, per il suo tempo, un giovane avviato a una tranquilla vita professionale, con una realistica aspettativa verso una certa stabilità economica. Ma venne la guerra, a sparigliare le carte sue, come di tanti altri.

Il s.ten. Carlo Balestrero, del 26° Regg. Fanteria Brigata "Bergamo" (1915).
Risulta, a questo punto, alquanto complesso ricostruire le vicende che condussero Carlo Balestrero a tornare a vestire l'uniforme del Regio Esercito (6).  Egli, assai probabilmente, fu richiamato alle armi nell'estate del 1914, in seguito alla dichiarazione di neutralità del Regno d'Italia, in seguito alla quale era stato disposto il richiamo dal congedo della classe 1891 (7). Altrettanto probabilmente, Balestrero fu trattenuto alle armi sino al nuovo anno 1915. Anche in virtù del suo grado d'istruzione, fu dunque selezionato per svolgere i corsi per allievo ufficiale di complemento. Per certo, il 25 febbraio del '15, infine, fu promosso al grado di sottotenente (8). Egli, dunque, diventava ufficiale giusto poche settimane prima che il Regno d'Italia formalizzasse - con la firma del Patto di Londra - la sua discesa in campo al fianco dell'Intesa, contro l'antico nemico, l'Impero Austro-Ungarico. La vicenda di Balestrero, da questo punto di vista, è emblematica perché rappresentativa di quella fresca generazione di giovani e giovanissimi ufficiali subalterni che, pur del tutto ignari - fino a poche settimane prima - dell'"arte del comando", si ritrovarono protagonisti, in ruoli assai delicati, delle prime, violentissime offensive sferrate sul fronte italo-austriaco. Con buona probabilità, dopo l'avanzamento di grado il nostro Carlo fu assegnato immediatamente al 26° Reggimento Fanteria che, con il 25°, componeva la Brigata "Bergamo". Entrambi i reggimenti avevano sede a Piacenza col 26°, in particolare, alloggiato presso un'ala del Palazzo Farnese.

Palazzo Farnese a Piacenza, sede del 26° Regg. Fanteria in tempo di pace.
L'ordine di battaglia del Regio Esercito prevedeva che la Brigata "Bergamo" costituisse, insieme alla Brigata "Valtellina" e relativi servizi, la 7^ Divisione di linea (9). Essa era assegnata al VI Corpo d'Armata, a sua volta inquadrato nella 2^ Armata. Con il mese di maggio, in conformità ai piani di mobilitazione, la Brigata "Bergamo" fu trasferita verso il confine con l'Impero Austro-Ungarico, dislocandosi nell'alta valle del Judrio.
Varcato il confine, nella fatidica giornata del 24 maggio, la brigata si schierò di fronte a quello che sarebbe stato l'obiettivo dei suoi sanguinosi sforzi, per i due anni successivi: la piazzaforte di Tolmino. Tolmino era - ed è - una bella cittadina posta sulla riva orientale dell'Isonzo, nell'alto corso di questo fatale fiume. Sin dai primissimi giorni di guerra, essa rappresentò uno dei principali obiettivi degli sforzi offensivi dell'esercito italiano sulla fronte giulia. Il possesso di Tolmino era fondamentale giacché - oltre a rappresentare uno snodo nevralgico per l'esercito austro-ungherese - essa costituiva la chiave per la successiva avanzata nel cuore dell'Impero absburgico: caduta Tolmino, inoltre, si sarebbe tagliata una delle più pericolose linee d'attacco a disposizione del nemico. Tuttavia, gli Austro-Ungheresi potevano, anche in questo caso, contare sul formidabile aiuto a loro offerto dalla...natura, e dalla geografia. Di fronte a Tolmino, sulla riva occidentale dell'Isonzo, si ergevano infatti due verdi collinette, dai nomi assai rassicuranti: quella di Santa Maria (in sloveno, Mengore), e quella di Santa Lucia (in sloveno, Cvetjie).

"Le due colline di S. Maria e S. Lucia sono nell'interno dell'ansa che l'Isonzo descrive in prossimità di Tolmino, ed occupano l'area triangolare determinata dai due rami dell'Isonzo rispettivamente a nord e a sud del punto di flessione e dal solco pel quale passa la rotabile che da Volzana raggiunge la sponda destra dell'Isonzo in prossimità di Selo. Le colline di S. Maria e di S. Lucia hanno ciascuna la base a forma pressoché ellittica, quella di S. Maria - a nord - ha l'asse maggiore orientato nel senso dei paralleli, quella di S. Lucia - a sud - ha l'asse maggiore orientato da N.E. a S.O., e le due dorsali hanno lo stesso andamento degli assi accennati. Nella loro attaccatura le due colline formano l'avvallamento aperto fra Kozarsce, sbocco ovest e Modrejce, sbocco est; e le posizioni marginali delle due colline costituivano nel loro complesso una tanaglia ad angolo ottuso, col vertice a Kozarsce. I nostri attacchi si svilupparono dalle estremità esterne dei due lati della tanaglia: e cioè dalla zona di Volzana e da quella di Selo" (10).

Gli Austro-Ungheresi, ben consci dell'importanza strategica del luogo, avevano provveduto a fortificare, già ben prima dell'entrata in guerra dell'Italia, entrambi i rilievi. Essi, con le opere fortificate circonvicine, costituivano la c.d. "testa di ponte di Tolmino". La Brigata "Bergamo" - si diceva - raggiunse lo sbocco della Val Judrio alla vigilia della dichiarazione di guerra; nel frattempo, il comandante della II Armata (Gen. Frugoni) aveva affidato al IV Corpo d'Armata il compito di agire su Tolmino. In quest'ottica, fu ordinato il concentramento della 7^ Divisione intorno al villaggio di Kambresco. A questa era affidato il compito di agire - dopo aver attraversato l'Isonzo tra Canale e Doblar - con un "attacco avvolgente a maggior raggio" avente per obiettivo la zona di Kal, nell'altopiano della Bainsizza. L'azione, in seguito ad altri movimenti eseguiti da altre unità del IV C.d.A., avrebbe dovuto iniziarsi il giorno 2 giugno. Tuttavia, la mancata occupazione della dorsale Monte Nero-Mrzli, costrinse a ritardare l'azione avvolgente su Tolmino, che dovette essere rinviatata al giorno 4 giugno. All'alba di quel giorno, la 7^ Divisione (Brigate "Bergamo" e "Valtellina") iniziò il proprio movimento: mentre la "Valtellina" svolgeva un attacco dimostrativo contro i villaggi di Canale e Bodrez, la "Bergamo" occupava senza difficoltà il costone Cemponi-Krad Vhr, assumendo la fronte dalle pendici del Monte Jeza  sino a Doblar. Intanto, era stata decisa la sospensione generale dell'azione contro il Mrzli, che si concluse nella notte sul 5 giugno.

Sul fronte della 7^ Divisione, la sospensione delle operazioni durò circa due settimane, sino alla nuova azione generale predisposta dal Comando Supremo, che avrebbe dato luogo alla Pima Battaglia dell'Isonzo. In tale quadro, il comando del IV Corpo d'Armata (ten. gen. Nicolis Di Robilant), decideva di ritentare l'occupazione di Tolmino, attraverso un attacco avvolgente da nord, avanzando dal Monte Nero. Alla 7^ Divisione, stavolta, era affidato il compito di sorvegliare la sponda destra dell'Isonzo in corrispondenza del Kolovrat, concorrendo con le proprie artiglierie all'azione svolta dell'8^ Divisione; e, inoltre, essa doveva svolgere "azioni dimostrative" contro le alture di Santa Maria e Santa Lucia, per tenere impegnato il nemico su tali posizioni, impedendogli di distogliere forze per trasferirle sul fronte dell'attacco principale. La preparazione d'artiglieria di svolse tra l'1 e il 2 di luglio, mentre l'attacco delle fanterie doveva svolgersi il giorno 4.

La Brigata "Bergamo" avrebbe dovuto muovere dalle sue posizioni di partenza, poste sullo sperone del Krad Vhr e tra Cemponi e Doblar. In particolare, il 26° aveva in prima linea il suo II e il III battaglione, mentre il IV si trovava in seconda linea (11). Il sottotenente Balestrero comandava per l'appunto un plotone della 16^ compagnia, inquadrata nel IV battaglione del 26° (nota: l'indicazione della compagnia è tratta dall'atto di morte, conservato presso gli archivi dello stato civile del Comune di Genova). Già nella giornata del 3 luglio, alcune pattuglie della "Bergamo" avevano svolto azioni di osservazione sulla dislocazione delle forze nemiche; nella notte sul 4, l'ala sinistra della Brigata (costituita da due battaglioni del 25°) assaltò il villaggio di Kozarsce, contemporaneamente ad un'azione di sorpresa attuata da reparti della Brigata "Valtellina". L'azione notturna non fruttò risultati, e pertanto si decise di ritentarla nella giornata successiva, da parte, ancora una volta, del solo 25° reggimento. A sera, data la forte resistenza nemica, l'azione fu sospesa e le truppe ritirate dall'abitato di Kozarsce. Nello stesso tempo, il comando della 7^ Divisione ordinò che anche la Brigata "Valtellina" riprendesse lo schieramento di partenza occupato prima del 4, dato che le posizioni nel frattempo raggiunte erano di difficilissimo mantenimento.
Le operazioni di quelle giornate, pertanto, si erano concluse senza sostanziali progressi sulla fronte della 7^ Divisione, e in particolare della Brigata "Bergamo".

Passò una ventina di giorni di sostanziale stallo nelle operazioni, sinché, il 28 luglio, nel corso di un incontro a Udine tra il capo di Stato Maggiore dell'esercito (gen. Cadorna) e i comandanti del IV Corpo d'Armata e della "Zona Carnia", fu decisa una nuova operazione di largo respiro sulla fronte Giulia. Il 4 agosto, il comando del IV Corpo d'A. diramava alle proprie unità gli ordini per la successiva azione sulla propria fronte, che avrebbe avuto per obiettivi Tolmino e la conca di Plezzo.
L'attacco contro Tolmino, articolato su tre direttrici, avrebbe visto ancora una volta la 7^ Divisione (comandata dal magg. gen. Franzini) impegnata contro le alture di Santa Maria e Santa Lucia. La Divisione, alla vigilia dell'offensiva, si trovava schierata fra la quota 179 a nord di Volzana e l'abitato di Ronzina. La Brigata "Bergamo", a sua volta, si trovava al centro dello schieramento, col 26° dislocato sino a Selo. A fronteggiare le truppe italiane stava la 50^ Divisione austro-ungherese, e in particolare, tra l'Isonzo e Sela, l'8^ Brigata da Montagna.

L'azione, concepita su "due movimenti", iniziò - contro l'obiettivo di Plezzo - la mattina del 12 agosto. Per l'azione contro Tolmino e le posizioni circostanti, si attese per altri due giorni, sino al giorno 14. La Brigata "Bergamo" si trovava ad affrontare l'altura di Santa Lucia, attaccandone sia la dorsale, risalendone la falda occidentale, sia la sella di Kozarsce. Le difese austro-ungariche erano, invece, organizzate su un sistema di linee di trincee parallele, collegate ai capisaldi della dorsale. Al 26° Reggimento toccava il compito di risalire la dorsale occidentale, punto al tratto di linea fra la Quota 588 e il "gradino" di Quota 510. Nei giorni tra il 14 e il 15 agosto, la "Bergamo" era riuscita a "raggiungere la prima linea nemica, aggrapparsi ai reticolati e iniziare e condurre a termine una tenace opera di sgretolamento" (12). Opera che avrebbe dato i suoi frutti il 16 agosto. La prima linea austriaca, per un tratto, costeggiava il margine del bosco di Santa Lucia, ove si era attestato - fronte ad est - proprio il 26° Reggimento del sottotenente Balestrero. In primissima linea era schierato - accanto al I battaglione del 25° - esattamente il IV Battaglione del 26°, nel quale era inquadrato il giovane ufficiale genovese. Intorno alle ore 13 del 16 agosto, i due battaglioni scattarono all'assalto e, con un impeto che sorprese i difensori, riuscirono a penetrare in profondità le linee avversarie. Accorsi gli altri battaglioni di rincalzo, la conquista fu consolidata, spezzando la linea austro-ungherese, con la cattura di 560 prigionieri e 4 mitragliatrici. A sera, era in mano italiana una parte della selva di Santa Lucia e della sponda sinistra della c.d. "corrente della fonte".


La zona di operazioni dei colli di Santa Lucia (in basso) e Santa Maria (in alto), tra il 14 e il 17 agosto 1915.

Il giorno successivo, 17 agosto, i reparti della "Bergamo" - con un nuovo assalto - riuscirono ad avanzare ulteriormente, ampliando l'occupazione del bosco. Nel frattempo, nel campo avversario si era registrata l'entrata in linea della 57^ brigata Kaiser-Jaeger, su sette battaglioni. Così rinforzati, gli Austro-Ungheresi si lanciarono al contrattacco: l'intera giornata del 18 agosto fu contrassegnata da continui attacchi contro le posizioni conquistate dagli Italiani, che, protrattisi fino a notte inoltrata, furono però tutti respinti.

Tra gli animosi difensori delle trincee di Santa Lucia c'era anche il sottotenente Balestrero. Per il contegno particolarmente ardimentoso dimostrato nei tre giorni di sanguinosi combattimenti, a sarebbe stata conferita la medaglia di bronzo al Valore Militare, con la seguente, bella motivazione (della quale, per ora, non riportiamo l'ultimo inciso):

"Durante l'attacco e l'occupazione delle trincee ed in un successivo combattimento, condusse il suo plotone con grande slancio ed ardimento. Negli attacchi notturni che ne seguirono, si mantenne sempre calmo ed impavido. [...]" - Collina Santa Lucia, 16-18 agosto 1915.



Nonostante il pesantissimo sforzo sostenuto, per i fanti del 26° reggimento non era ancora giunto il momento di passare a riposo in retrovia. Essi si mantennero, perciò, sulle trincee da loro stessi conquistate nei giorni precedenti, sino al giorno 20, quando il comando del IV Corpo d'Armata ordinò la ripresa dell'offensiva. Il IV Battaglione del 26° era destinato a operare insieme al XXII battaglione Bersaglieri, ancora contro le difese occidentali della dorsale del colle di Santa Lucia. L'attacco riprese alle 18.30 del 22 agosto: l'avanzata giunse a lambire la Quota 588 sinché la reazione nemica si fece a tal punto violenta da costringere i due reparti a retrocedere, dopo una lotta accanita e durata, anche stavolta, sino a tarda sera. Dunque, il IV Battaglione del 26° Fanteria rientrava nelle trincee del bosco di Santa Lucia, ove sarebbe rimasto sulla difensiva per la settimana successiva. Gli ultimi combattimenti, prima delle offensive progettate per il mese di settembre, avvennero tra il 28 e il 29 agosto, e videro - ancora una volta - il reparto impegnato nel tentativo di avanzare verso la sommità del colle di Santa Lucia. Invece, per il 1° settembre, la relazione ufficiale italiana non cita particolari combattimenti nel settore.
Epperò, proprio in quella giornata, doveva consumarsi l'ultimo atto della vita del giovane ufficiale venuto da Genova. Con buona probabilità, in quella giornata le trincee occupate dal plotone comandato da Carlo Balestrero furono investite da un assalto degli Austro-Ungheresi.
Il sottotenente Balestrero, mentre combatteva in mezzo ai suoi uomini - sulle "pendici occidentali di Santa Lucia" - , fu raggiunto da una fucilata alla testa. Così recita l'ultima frase della motivazione della medaglia di bronzo conferita alla sua memoria:

"Colpito a morte, il 1° settembre serenamente spirava".

Le spoglie del giovane ufficiale furono, secondo l'atto di morte, inumate direttamente sulla collina di Santa Lucia, ov'era stato allestito un piccolo cimitero di guerra. Negli Anni Trenta, questo cimitero fu smantellato e le sepolture in esso presenti trasferite presso il Sacrario Militare di Oslavia. E' qui che, con buona probabilità, riposa tuttora il sottotenente Balestrero. A lui vada il nostro ricordo, e un riverente pensiero.

A cura Niccolò F.

(1) Le decorazioni al Valor Militare - intese nella configurazione ancor oggi esistente in Italia - traggono origine, nelle classi "oro" e "argento", dal Regio Viglietto del 26 marzo 1833, che le istituì nel Regno di Sardegna; la classe "bronzo" fu istituita  con R.D. 8 dicembre 1887 n.5100 (sostituendo la preesistente "menzione onorevole") "[...] per premiare quegli atti di fermezza e di coraggio, i quali, senza raggiungere gli estremi richiesti per meritare la medaglia d'argento, meritino tuttavia una particolare distinzione". 
(2) La medaglia in questione è un conio ufficiale della Regia Zecca; benché essa sia relativa a un fatto d'armi avvenuto nel 1915, la presenza del marchio "Z coronata F.G" - introdotto nel corso del primo conflitto, e, secondo alcuni, a partire dal 1917 - non deve stupire. Ciò in quanto essa fu conferita al Balestrero con decreto luogotenenziale del 31/12/1916 e, dunque, certamente incisa e consegnata alla famiglia almeno nel corso del 1917.
(3) Si tratta (da dx a sx): della croce al Merito di Guerra; della medaglia commemorativa per la guerra italo-austriaca 1915-1918; della medaglia della vittoria commemorativa della grande guerra per la civiltà (o "interalleata").
(4) Albo d'onore..., op. cit., p. 5.
(5)Tali circostanze si desumono dalle modalità della sua successiva promozione al grado di sottotenente, per la quale vedasi infra.
(6) Certezze in tal senso potrebbero essere fornite unicamente dal relativo stato di servizio, non ancora in possesso di chi scrive.
(7) In seguito alla dichiarazione di neutralità del Regno d'Italia, avvenuta il 2 agosto 1914, fu disposto il richiamo dal congedo delle classi di leva del 1889, 1890, 1891; nel corso dell'autunno, inoltre, fu decisa la chiamata anticipata delle classi 1894 e 1895.
(8) Con R. Decreto del 25 febbraio 1915.
(9) Ordine di battaglia della 7^ Divisione di Linea al 24 maggio 1915: Brigata di Fanteria "Bergamo" (regg. 25° e 26°); Brigata di Fanteria "Valtellina" (regg. 65° e 66°); 21° Regg. Artiglieria da Campagna; VI Gruppo "Udine"/2° Regg. Art. Montagna; V Gruppo/1° Regg. Art.; 1^ Comp. Zappatori del 1° Regg. Genio; Servizi.
(10) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 302.
(11) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 219. Si noti che il 26° regg. Fanteria, per tutta la durata della guerra, fu costituito da un II, III e IV battaglione (cioè, pur essendo su tre battaglioni, non esisteva il I).
(12) L'Esercito italiano..., op. cit., p. 303.

BIBLIOGRAFIA
  • Albo d'onore dei professori e degli alunni dell'Istituto tecnico e nautico V.E. II, caduti, mutilati, feriti o meritevoli di segnalazione per atti di valore compiuti durante la nostra guerra : 1915-1918 - dicembre 1919, Tipografia Sociale, Genova, 1919.
  • L'Esercito italiano nella grande guerra, Vol. II, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1929.
  • La Grande Guerra sulla fronte Giulia, O. Di Brazzano, Ed. Panorama, 2002.
  • Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella guerra 1915 - 1918 , Roma - Libreria dello Stato.
  • Sito internet dell'Istituto del Nastro Azzurro ttp://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/

martedì 29 settembre 2015

Mario e Maria - Aggiornamento per identificazione

Grazie alla segnalazione di due lettori, tra le quali c'è anche la nipote dei Mario, siamo finalmente riusciti a dare un nome al protagonista del nostro articolo sulla storia d'amore che abbiamo qui raccontato: http://antologiamilitare.blogspot.it/2015/05/mario-e-maria-lettere-di-un-bersagliere.html

L'autore delle lettere è MARIO TORNAGHI da Monza, matricola n° 17578 che, nel corso del conflitto, venne anche decorato di due Medaglie d'Argento e le cui motivazioni riportiamo qui sotto:


Motivazioni tratte dal sito: http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/

In quest'ultima motivazione scopriamo anche che Mario venne promosso al grado di Maresciallo.


A Cura di A.E.A.

domenica 27 settembre 2015

"Avanti le ondate!" - un biglietto dalla trincea e la storia di Candido Cresseri


Candido Cresseri, sottotenente del 121° Regg. Fant. Brigata "Macerata", nel 1916. 
Già in altre occasioni, su queste pagine si è sottolineata l'importanza dell'interazione virtuosa tra gli archivi pubblici e le collezioni private, consentita dalla loro digitalizzazione, e in generale da Internet. In questo post, prenderemo le mosse - curiosamente - da un contributo pubblicato, nell'ormai lontano anno 2006, sul prezioso forum collegato al sito www.cimeetrincee.it . In questo post (che ci permettiamo di linkare qui: http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Strano-biglietto/D4390795.html), un anonimo contributore ("notturno53" (1)), raccontava di aver ritrovato, tra le carte del padre - sottotenente medico nella Grande Guerra - due "strani" foglietti. Uno, con scritti - nella grafia di suo padre - i dati di un altro ufficiale, "S. ten. Cresseri Candido", l'indicazione di un reparto, "121° reggimento fanteria", e una data: "9 novembre 1916". E un altro, scritto in una differente grafia, che riportava l'icastica frase: "Avanti le ondate!" e l'ora "11.30". Sullo stesso biglietto, vi erano anche due inquietanti macchioline rosse. Ci permettiamo - per dare completezza all'articolo - di riportare qui le due scansioni (a suo tempo pubblicate sul forum "cimeetrincee", ma ora non più visibili) dei due foglietti, opportunamente "filigranate", e sperando di fare cosa gradita anche al loro possessore (2):


Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).

Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).
Quale interpretazione dare di questi bizzarri documenti? Senza volare troppo con la fantasia, come giustamente osservava un altro utente del forum, solo due persone avrebbero potuto rispondere: chi aveva scritto il biglietto, e chi lo aveva conservato. Un piccolo enigma, dunque, apparentemente destinato a rimanere senza soluzione, salvo confidare nei poteri di qualche bravo medium. Sennonché, la domanda avrebbe dovuto essere estesa anche ad un altro soggetto: quello a cui il foglietto era stato, originariamente, affidato.

Sarà proprio grazie a costui che, per gli insondabili casi della Storia, l'enigma potrà essere risolto: è dunque opportuno iniziare a fare la sua conoscenza.

La storia di Candido Cresseri iniziò il 22 maggio del 1895, quando venne alla luce in una bella dimora di Codesino, una delle frazioni montane che formano il Comune di Casargo, in Valsassina, oggi in provincia di Lecco, ma che allora trovava il suo capoluogo nella città di Como. Proprio a Como, presso alcuni parenti, il giovane Cresseri si trasferì, appena adolescente, per frequentare il Regio Liceo Ginnasio "Alessandro Volta", la scuola che, allora come oggi, istruiva il futuro ceto dirigente dell'area lariana. Ottenuto il diploma nell'estate del 1914, Cresseri scelse, tuttavia, di non iscriversi all'università e di prestare, invece, immediatamente il servizio militare. Arruolato nel corso dell'autunno, fu dapprima destinato al 68° Reggimento della Brigata "Palermo", di stanza a Milano: un reparto presso il quale, in quel tempo, abbondavano i giovani milanesi e comaschi.

Una scherzosa foto della 7^ Squadra del Plotone Allievi Ufficiali del 68° Regg. Fant. nell'autunno del 1914.
Candido Cresseri è il primo in piedi sulla destra.

In breve, Cresseri fu scelto per frequentare i corsi da allievo ufficiale di complemento, che svolse sempre presso il 68° fanteria, e che gli valsero, qualche settimana dopo, i gradi da sergente. Nei primi mesi del 1915, terminati i corsi e ottenuta la promozione al grado di sottotenente, fu destinato al 24° Reggimento Fanteria della Brigata "Como", di stanza a Novara, per prestarvi il servizio di prima nomina.
La Brigata "Como", nel mese di maggio del 1915, fu mobilitata - nel quadro della c.d. mobilitazione rossa - e inviata in Veneto, nel Cadore. Qui fu poi schierata nella Valle del Boite, in attesa degli eventi.
Il 24 maggio 1915, allo scoppiare delle ostilità con l’Austria-Ungheria, la “Como” attraversò il confine e, nel giro di pochi giorni - il 29 maggio -, s’impadronì dell’importante centro di Cortina d’Ampezzo, donde si sarebbe preparata ad attaccare le posizioni fortificate poste sui monti circostanti. In seguito, i reparti della brigata occuparono il villaggio di Podestagno ed eseguirono vari attacchi contro lo sbarramento austro-ungarico di Son Pauses, che restarono, tuttavia, senza successo. Nei mesi successivi, la brigata continuò a operare sul fronte dolomitico, senza però che il 24° reggimento partecipasse ad azioni in grande stile. Fu, probabilmente, durante questo periodo di sosta nei combattimenti che il sottotenente Cresseri raggiunse in linea il suo reparto.

Candido Cresseri, in uniforme da sottotenente del 24° Regg. Fant. "Como", 1915.

All'inizio del mese di settembre, il reggimento svolse alcune piccole azioni contro le cime circostanti. Intorno al 9 settembre, il sottotenente Cresseri guidò il suo plotone all’assalto di alcune posizioni nemiche poste sul Monte Cristallo (3221 m s.l.m.), partecipando ai combattimenti dei giorni successivi. Questa azione rappresentò per lui il "battesimo del fuoco" (3).
Tre giorni dopo, l’11 settembre, nel corso di un assalto alle trincee della Cresta Bianca, Cresseri rimase ferito, alquanto gravemente, e dovette essere trasferito in retrovia (4). Dopo alcune settimane di convalescenza, si ristabilì e fu rinviato in linea: tuttavia, non tornò al suo posto presso il 24° reggimento, ma - come accadeva sovente a chi rientrava da lunghe licenze o convalescenze - fu assegnato ad un nuovo reparto. La sorte scelse per lui il 121° Regg. Fanteria della Brigata “Macerata”, che si trovava dislocata sul fronte carsico.
 
Il trasferimento sul Carso rappresentò, verosimilmente, un notevole choc per il giovane ufficiale, abituato, per provenienza personale e per la sua pregressa esperienza bellica, a muoversi in un paesaggio montano.

Il 121° reggimento prese parte, nel corso dell'estate, alla Sesta Battaglia dell'Isonzo (4 – 17 agosto), conquistando le trincee di Marcottini, e poi avanzando verso la linea Oppacchiasella-Nova Vas. In particolare, il 121° fanteria, all'alba del 12 agosto, riuscì a raggiungere Oppacchiasella, avanzando ulteriormente verso Nova Vas. Nei giorni successivi si tentò di proseguire lungo la medesima direttrice, ma la resistenza nemica non consentì ulteriori progressi sinché, il 17, l'intera brigata "Macerata" fu ritirata dalla linea e inviata a riposo nella zona di Campolongo. Circa un mese dopo, il 13 settembre, la brigata ritornò in linea, schierandosi nella zona di Doberdò e delle pendici meridionali della Quota 208-Sud.
Iniziate, su tutta la fronte carsica, le operazioni per l'offensiva generale che avrebbe costituito la Settima Battaglia dell'Isonzo (14-18 settembre), anche la "Macerata", il 15 settembre, entrò in azione. Suo obiettivo era la fatale Quota 208-Sud: nei tre giorni seguenti, i reparti assaltarono reiteratamente la linea che correva tra il vallone di Boneti (o Bonetti) e il culmine della Quota 208-sud. Nonostante un pesantissimo sacrificio di sangue (oltre 250 uomini fuori combattimento) l'azione non fu coronata dal successo. Dopo ulteriori tentativi durante la settimana successiva, la brigata "Macerata" - stremata - fu infine ritirata dalla linea il giorno 24 settembre, e inviata a riposo presso Romans d'Isonzo.
Il 12 ottobre, nelle ultime fasi dell’Ottava Battaglia dell'Isonzo (10-12 ottobre), la "Macerata" ritornò in linea, schierando i propri reparti quali riserve di due divisioni, impegnate nel combattimento.

Il 31 ottobre, ebbe inizio la Nona Battaglia dell’Isonzo, e la Brigata “Macerata” ricevette l’ordine di agire - ancora una volta - contro la Quota 208 Sud, e tentarne la conquista. Il 1° novembre, il 121° reggimento si lanciò all’assalto. La situazione, per gli attaccanti, si fece, nel volgere di poche ore, assai drammatica. In particolare, le comunicazioni telefoniche erano state interrotte, e il comandante del reggimento - col. Alfonso Santoro - , che si trovava insieme alle avanguardie, doveva far giungere l'ordine di avanzata agli altri reparti.  Serviva, dunque, una staffetta, un portaordini.
La scelta cadde sul giovane ma giudizioso sottotenente Cresseri: questi fu dunque incaricato di recarsi immediatamente presso il comando di battaglione, per recapitare l’ordine di avanzata. 
Il giovane ufficiale, sotto un incessante fuoco di artiglierie e fucileria, attraversò a ritroso la terra di nessuno, riuscendo, infine, a raggiungere le linee italiane. Qui, alla ricerca dei suoi superiori, entrò in una baracca. La decisione gli fu però fatale: il piccolo ricovero, infatti, fu immediatamente centrato da un proietto d'artiglieria nemico, che ne fece scempio (5). Cresseri, rimasto sotto le macerie, non ebbe scampo. Raccolto, ore dopo, dal cappellano del reggimento, sarebbe stato sepolto nel cimitero di guerra di Case Bonetti, a soli 21 anni. 

La tomba del giovane sottotenente Cresseri nel cimitero di guerra di Bonetti (o Boneti), 1916.

Questa la descrizione che, dell'episodio, riporta il prezioso Annuario del suo vecchio liceo "Volta": "Il 1° novembre 1916, portando un ordine del suo Colonnello al comandante di un Battaglione, dopo aver attraversato incolume una zona scoperta, sotto una fitta pioggia di proiettili, consegnato raggiante di già l'ordine, muore colpito da una granata" (6).

E così, ancora, racconta la fine di Candido un suo collega ufficiale del 121°, scrivendone alla famiglia Cresseri: " Furono giorni quelli che il solo ricordo riempie di lagrime gli occhi [...]. Però mi torna di conforto il potere assicurare [a] Lei e [alla] Famiglia che il buon Candido perì senza avere nemmeno il tempo di accorgersi, ed anche Dio volle che il corpo non rimase affatto straziato. Una profonda ferita alla testa prodotta dallo scoppio di una granata che colpì la baracca ove il povero Candido erasi rifugiato, [ne] troncò immediatamente l'esistenza. Sotto l'infuriare della tempesta di fuoco che pareva scatenarsi sul tratto di camminamento che adduceva alla fatale baracca, non [mi] riuscì e nemmeno riuscì ad alcuni altri ardimentosi di muovere un passo avanti per raccogliere subito il cadavere. Ma cessata un po' la terrificante sfuriata austriaca mentre io ero altrove comandato per altri incombenze, il nostro buon Cappellano che prima aveva con me preso gli accordi, fece trasportare la salma presso il posto di medicazione. Era intendimento nostro di seppellirla in un cimitero in cui altri compianti nostri colleghi giacciono, ma un ordine improvviso obbligava il reggimento a cambiare fronte. La sera stessa il reggimento partiva. Fu sempre per cura amorevole dello stesso Cappellano che il povero Candido, nella giornata riceveva dignitosa sepoltura nel cimitero di Bonetti (al Vallone) ove una croce fu piantata per identificazione. Presso quel cimitero riposano altri nostri sventurati ufficiali e soldati." (7)

Senza abbandonarsi a congetture fantasiose, ecco, dunque, infine, svelato il mistero del "foglietto insanguinato" pubblicato sul forum di cimeetrincee, e dal quale abbiamo scelto di cominciare questo breve articolo. Quel piccolo foglio di carta, conservato amorevolmente per un secolo, rappresenta il simbolo del sacrificio del giovane ufficiale della Valsassina.
A quel ragazzo dal volto del gentile la sorte, che gli fu avversa in vita, ha però riservato una lunga esistenza nella memoria di chi gli volle bene. Del suo collega - che conservò il famoso "strano biglietto" - e, soprattutto, dei suoi cari, che ne custodiscono gelosamente le foto e le carte. A loro, oltre che a lui, va il nostro ringraziamento .

A cura di Niccolò F.

(1) Chi scrive, pur non essendo iscritto al forum in questione, ha pur tentato, già alcuni anni fa, di mettersi in contatto con l'utente "notturno53", ma senza successo.
(2) Se "notturno53" o altro detentore dei diritti sulle immagini pubblicate originariamente sul forum "cimeetrincee" non avesse piacere alla pubblicazione su "Antologia Militare" delle due immagini in questione, ce lo segnali e provvederemo alla immediata rimozione delle stesse.
(3) Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", p. 16, op. cit.
(4) Ivi.
(5) La precisa descrizione dell'avvenimento è contenuta in una lettera indirizzata da un collega di Candido ai suoi genitori, e conservata nell'archivio di famiglia, in parte trascritta nel prosieguo.
(6) Annuario.... op. cit..
(7) Lettera del 24/11/1916 scritta dal ten. Davide L.... alla famiglia Cresseri, conservata presso l'archivio di famiglia.

BIBLIOGRAFIA
- Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", Stab. Tipo-Litografico R. Longatti, Como, 1924.