martedì 29 settembre 2015

Mario e Maria - Aggiornamento per identificazione

Grazie alla segnalazione di due lettori, tra le quali c'è anche la nipote dei Mario, siamo finalmente riusciti a dare un nome al protagonista del nostro articolo sulla storia d'amore che abbiamo qui raccontato: http://antologiamilitare.blogspot.it/2015/05/mario-e-maria-lettere-di-un-bersagliere.html

L'autore delle lettere è MARIO TORNAGHI da Monza, matricola n° 17578 che, nel corso del conflitto, venne anche decorato di due Medaglie d'Argento e le cui motivazioni riportiamo qui sotto:


Motivazioni tratte dal sito: http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/

In quest'ultima motivazione scopriamo anche che Mario venne promosso al grado di Maresciallo.


A Cura di A.E.A.

domenica 27 settembre 2015

"Avanti le ondate!" - un biglietto dalla trincea e la storia di Candido Cresseri


Candido Cresseri, sottotenente del 121° Regg. Fant. Brigata "Macerata", nel 1916. 
Già in altre occasioni, su queste pagine si è sottolineata l'importanza dell'interazione virtuosa tra gli archivi pubblici e le collezioni private, consentita dalla loro digitalizzazione, e in generale da Internet. In questo post, prenderemo le mosse - curiosamente - da un contributo pubblicato, nell'ormai lontano anno 2006, sul prezioso forum collegato al sito www.cimeetrincee.it . In questo post (che ci permettiamo di linkare qui: http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Strano-biglietto/D4390795.html), un anonimo contributore ("notturno53" (1)), raccontava di aver ritrovato, tra le carte del padre - sottotenente medico nella Grande Guerra - due "strani" foglietti. Uno, con scritti - nella grafia di suo padre - i dati di un altro ufficiale, "S. ten. Cresseri Candido", l'indicazione di un reparto, "121° reggimento fanteria", e una data: "9 novembre 1916". E un altro, scritto in una differente grafia, che riportava l'icastica frase: "Avanti le ondate!" e l'ora "11.30". Sullo stesso biglietto, vi erano anche due inquietanti macchioline rosse. Ci permettiamo - per dare completezza all'articolo - di riportare qui le due scansioni (a suo tempo pubblicate sul forum "cimeetrincee", ma ora non più visibili) dei due foglietti, opportunamente "filigranate", e sperando di fare cosa gradita anche al loro possessore (2):


Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).

Foto tratta dal forum "Cimeetrincee.it" (http://freeforumzone.leonardo.it/f/43630/Il-Forum-di-CIMEETRINCEE-IT/forum.aspx).
Quale interpretazione dare di questi bizzarri documenti? Senza volare troppo con la fantasia, come giustamente osservava un altro utente del forum, solo due persone avrebbero potuto rispondere: chi aveva scritto il biglietto, e chi lo aveva conservato. Un piccolo enigma, dunque, apparentemente destinato a rimanere senza soluzione, salvo confidare nei poteri di qualche bravo medium. Sennonché, la domanda avrebbe dovuto essere estesa anche ad un altro soggetto: quello a cui il foglietto era stato, originariamente, affidato.

Sarà proprio grazie a costui che, per gli insondabili casi della Storia, l'enigma potrà essere risolto: è dunque opportuno iniziare a fare la sua conoscenza.

La storia di Candido Cresseri iniziò il 22 maggio del 1895, quando venne alla luce in una bella dimora di Codesino, una delle frazioni montane che formano il Comune di Casargo, in Valsassina, oggi in provincia di Lecco, ma che allora trovava il suo capoluogo nella città di Como. Proprio a Como, presso alcuni parenti, il giovane Cresseri si trasferì, appena adolescente, per frequentare il Regio Liceo Ginnasio "Alessandro Volta", la scuola che, allora come oggi, istruiva il futuro ceto dirigente dell'area lariana. Ottenuto il diploma nell'estate del 1914, Cresseri scelse, tuttavia, di non iscriversi all'università e di prestare, invece, immediatamente il servizio militare. Arruolato nel corso dell'autunno, fu dapprima destinato al 68° Reggimento della Brigata "Palermo", di stanza a Milano: un reparto presso il quale, in quel tempo, abbondavano i giovani milanesi e comaschi.

Una scherzosa foto della 7^ Squadra del Plotone Allievi Ufficiali del 68° Regg. Fant. nell'autunno del 1914.
Candido Cresseri è il primo in piedi sulla destra.

In breve, Cresseri fu scelto per frequentare i corsi da allievo ufficiale di complemento, che svolse sempre presso il 68° fanteria, e che gli valsero, qualche settimana dopo, i gradi da sergente. Nei primi mesi del 1915, terminati i corsi e ottenuta la promozione al grado di sottotenente, fu destinato al 24° Reggimento Fanteria della Brigata "Como", di stanza a Novara, per prestarvi il servizio di prima nomina.
La Brigata "Como", nel mese di maggio del 1915, fu mobilitata - nel quadro della c.d. mobilitazione rossa - e inviata in Veneto, nel Cadore. Qui fu poi schierata nella Valle del Boite, in attesa degli eventi.
Il 24 maggio 1915, allo scoppiare delle ostilità con l’Austria-Ungheria, la “Como” attraversò il confine e, nel giro di pochi giorni - il 29 maggio -, s’impadronì dell’importante centro di Cortina d’Ampezzo, donde si sarebbe preparata ad attaccare le posizioni fortificate poste sui monti circostanti. In seguito, i reparti della brigata occuparono il villaggio di Podestagno ed eseguirono vari attacchi contro lo sbarramento austro-ungarico di Son Pauses, che restarono, tuttavia, senza successo. Nei mesi successivi, la brigata continuò a operare sul fronte dolomitico, senza però che il 24° reggimento partecipasse ad azioni in grande stile. Fu, probabilmente, durante questo periodo di sosta nei combattimenti che il sottotenente Cresseri raggiunse in linea il suo reparto.

Candido Cresseri, in uniforme da sottotenente del 24° Regg. Fant. "Como", 1915.

All'inizio del mese di settembre, il reggimento svolse alcune piccole azioni contro le cime circostanti. Intorno al 9 settembre, il sottotenente Cresseri guidò il suo plotone all’assalto di alcune posizioni nemiche poste sul Monte Cristallo (3221 m s.l.m.), partecipando ai combattimenti dei giorni successivi. Questa azione rappresentò per lui il "battesimo del fuoco" (3).
Tre giorni dopo, l’11 settembre, nel corso di un assalto alle trincee della Cresta Bianca, Cresseri rimase ferito, alquanto gravemente, e dovette essere trasferito in retrovia (4). Dopo alcune settimane di convalescenza, si ristabilì e fu rinviato in linea: tuttavia, non tornò al suo posto presso il 24° reggimento, ma - come accadeva sovente a chi rientrava da lunghe licenze o convalescenze - fu assegnato ad un nuovo reparto. La sorte scelse per lui il 121° Regg. Fanteria della Brigata “Macerata”, che si trovava dislocata sul fronte carsico.
 
Il trasferimento sul Carso rappresentò, verosimilmente, un notevole choc per il giovane ufficiale, abituato, per provenienza personale e per la sua pregressa esperienza bellica, a muoversi in un paesaggio montano.

Il 121° reggimento prese parte, nel corso dell'estate, alla Sesta Battaglia dell'Isonzo (4 – 17 agosto), conquistando le trincee di Marcottini, e poi avanzando verso la linea Oppacchiasella-Nova Vas. In particolare, il 121° fanteria, all'alba del 12 agosto, riuscì a raggiungere Oppacchiasella, avanzando ulteriormente verso Nova Vas. Nei giorni successivi si tentò di proseguire lungo la medesima direttrice, ma la resistenza nemica non consentì ulteriori progressi sinché, il 17, l'intera brigata "Macerata" fu ritirata dalla linea e inviata a riposo nella zona di Campolongo. Circa un mese dopo, il 13 settembre, la brigata ritornò in linea, schierandosi nella zona di Doberdò e delle pendici meridionali della Quota 208-Sud.
Iniziate, su tutta la fronte carsica, le operazioni per l'offensiva generale che avrebbe costituito la Settima Battaglia dell'Isonzo (14-18 settembre), anche la "Macerata", il 15 settembre, entrò in azione. Suo obiettivo era la fatale Quota 208-Sud: nei tre giorni seguenti, i reparti assaltarono reiteratamente la linea che correva tra il vallone di Boneti (o Bonetti) e il culmine della Quota 208-sud. Nonostante un pesantissimo sacrificio di sangue (oltre 250 uomini fuori combattimento) l'azione non fu coronata dal successo. Dopo ulteriori tentativi durante la settimana successiva, la brigata "Macerata" - stremata - fu infine ritirata dalla linea il giorno 24 settembre, e inviata a riposo presso Romans d'Isonzo.
Il 12 ottobre, nelle ultime fasi dell’Ottava Battaglia dell'Isonzo (10-12 ottobre), la "Macerata" ritornò in linea, schierando i propri reparti quali riserve di due divisioni, impegnate nel combattimento.

Il 31 ottobre, ebbe inizio la Nona Battaglia dell’Isonzo, e la Brigata “Macerata” ricevette l’ordine di agire - ancora una volta - contro la Quota 208 Sud, e tentarne la conquista. Il 1° novembre, il 121° reggimento si lanciò all’assalto. La situazione, per gli attaccanti, si fece, nel volgere di poche ore, assai drammatica. In particolare, le comunicazioni telefoniche erano state interrotte, e il comandante del reggimento - col. Alfonso Santoro - , che si trovava insieme alle avanguardie, doveva far giungere l'ordine di avanzata agli altri reparti.  Serviva, dunque, una staffetta, un portaordini.
La scelta cadde sul giovane ma giudizioso sottotenente Cresseri: questi fu dunque incaricato di recarsi immediatamente presso il comando di battaglione, per recapitare l’ordine di avanzata. 
Il giovane ufficiale, sotto un incessante fuoco di artiglierie e fucileria, attraversò a ritroso la terra di nessuno, riuscendo, infine, a raggiungere le linee italiane. Qui, alla ricerca dei suoi superiori, entrò in una baracca. La decisione gli fu però fatale: il piccolo ricovero, infatti, fu immediatamente centrato da un proietto d'artiglieria nemico, che ne fece scempio (5). Cresseri, rimasto sotto le macerie, non ebbe scampo. Raccolto, ore dopo, dal cappellano del reggimento, sarebbe stato sepolto nel cimitero di guerra di Case Bonetti, a soli 21 anni. 

La tomba del giovane sottotenente Cresseri nel cimitero di guerra di Bonetti (o Boneti), 1916.

Questa la descrizione che, dell'episodio, riporta il prezioso Annuario del suo vecchio liceo "Volta": "Il 1° novembre 1916, portando un ordine del suo Colonnello al comandante di un Battaglione, dopo aver attraversato incolume una zona scoperta, sotto una fitta pioggia di proiettili, consegnato raggiante di già l'ordine, muore colpito da una granata" (6).

E così, ancora, racconta la fine di Candido un suo collega ufficiale del 121°, scrivendone alla famiglia Cresseri: " Furono giorni quelli che il solo ricordo riempie di lagrime gli occhi [...]. Però mi torna di conforto il potere assicurare [a] Lei e [alla] Famiglia che il buon Candido perì senza avere nemmeno il tempo di accorgersi, ed anche Dio volle che il corpo non rimase affatto straziato. Una profonda ferita alla testa prodotta dallo scoppio di una granata che colpì la baracca ove il povero Candido erasi rifugiato, [ne] troncò immediatamente l'esistenza. Sotto l'infuriare della tempesta di fuoco che pareva scatenarsi sul tratto di camminamento che adduceva alla fatale baracca, non [mi] riuscì e nemmeno riuscì ad alcuni altri ardimentosi di muovere un passo avanti per raccogliere subito il cadavere. Ma cessata un po' la terrificante sfuriata austriaca mentre io ero altrove comandato per altri incombenze, il nostro buon Cappellano che prima aveva con me preso gli accordi, fece trasportare la salma presso il posto di medicazione. Era intendimento nostro di seppellirla in un cimitero in cui altri compianti nostri colleghi giacciono, ma un ordine improvviso obbligava il reggimento a cambiare fronte. La sera stessa il reggimento partiva. Fu sempre per cura amorevole dello stesso Cappellano che il povero Candido, nella giornata riceveva dignitosa sepoltura nel cimitero di Bonetti (al Vallone) ove una croce fu piantata per identificazione. Presso quel cimitero riposano altri nostri sventurati ufficiali e soldati." (7)

Senza abbandonarsi a congetture fantasiose, ecco, dunque, infine, svelato il mistero del "foglietto insanguinato" pubblicato sul forum di cimeetrincee, e dal quale abbiamo scelto di cominciare questo breve articolo. Quel piccolo foglio di carta, conservato amorevolmente per un secolo, rappresenta il simbolo del sacrificio del giovane ufficiale della Valsassina.
A quel ragazzo dal volto del gentile la sorte, che gli fu avversa in vita, ha però riservato una lunga esistenza nella memoria di chi gli volle bene. Del suo collega - che conservò il famoso "strano biglietto" - e, soprattutto, dei suoi cari, che ne custodiscono gelosamente le foto e le carte. A loro, oltre che a lui, va il nostro ringraziamento .

A cura di Niccolò F.

(1) Chi scrive, pur non essendo iscritto al forum in questione, ha pur tentato, già alcuni anni fa, di mettersi in contatto con l'utente "notturno53", ma senza successo.
(2) Se "notturno53" o altro detentore dei diritti sulle immagini pubblicate originariamente sul forum "cimeetrincee" non avesse piacere alla pubblicazione su "Antologia Militare" delle due immagini in questione, ce lo segnali e provvederemo alla immediata rimozione delle stesse.
(3) Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", p. 16, op. cit.
(4) Ivi.
(5) La precisa descrizione dell'avvenimento è contenuta in una lettera indirizzata da un collega di Candido ai suoi genitori, e conservata nell'archivio di famiglia, in parte trascritta nel prosieguo.
(6) Annuario.... op. cit..
(7) Lettera del 24/11/1916 scritta dal ten. Davide L.... alla famiglia Cresseri, conservata presso l'archivio di famiglia.

BIBLIOGRAFIA
- Annuario per l'anno scolastico 1922-23 del Regio Liceo-Ginnasio "A. Volta", Stab. Tipo-Litografico R. Longatti, Como, 1924.

giovedì 10 settembre 2015

S.Ten. Chiampo Guglielmo - Lettere dalla prigionia

Quello dei prigionieri di guerra è un tema controverso che ha caratterizzato la storiografia della Grande Guerra.
Oggi vedremo il punto di vista del sottotenente Chiampo Guglielmo, studente di Ingegneria Meccanica.

Da alcune lettere precedenti si scopre che il Chiampo probabilmente arrivò al fronte, col grado di Aspirante Ufficiale, verso la fine di marzo del '17, e in questa lettera sono racchiuse le sue prime impressioni:

Zona di guerra I-IV-17

Miei carissimi
questi cinque giorni, dacchè mi trovo qui, sono passati molto bene. Poco per voltami metto al corrente di tutto: certo che i primi giorni uno si trova sperduto e non sa come deve comportarsi ma ora comincio a fare il mio lavoro senza fatica. In batteria ci sono stato per presentarmi al comandante, il quale mi ha subito rimandato al reparto, perchè il tenente qui è ammalato e ora mi tocca fare tutto il suo lavoro. E' una cosa tutt'altro che facile ma mi aggiusto stando sempre sotto la sua direzione sebbene in letto. Così andando in batteria non ho fatto che una bella passeggiata in alta montagna e ho potuto formarmi un idea esatta. Certamente lassù non si deve stare molto bene: pensate un po' vivere in una piccola caverna e dormire in terra non deve essere una cosa tanto piacevole. Ma mi ci abituo perchè finora, per esempio, non ho provato nessun malessere a dormire sempre vestito e in mezzo ai “Fratelli d'Italia”. Fin che si ha a disposizione della paglia non dobbiamo lamentarci. Le giornate passano in fretta e nelle ore di libertà stiamo insieme a tre ufficiali di fanteria che sono dei buontemponi. Abbiamo pure un S.tenente medico che dirige la mensa il quale fa di tutto per farci star bene e non ci lascia mancare nulla. Ho tentato un rotolo di pellicole ma tutte otto sono rimaste sfuocate. Credo che ciò sia dovuto al fatto che la macchina forse non era completamente aperta. Ritenteremo l'esperimento un altro giorno che faccia bel tempo perchè da due giorni piove continuamente e spero con un miglior risultato. Il dottore mi fa da maestro e me le sviluppa, ma ne sa poco anche lui.
Vi ricordate sempre a mezzogiorno? Continuamente penso a voi e così mi pare ancora di non essere in guerra. Ai fatti non mi riesce ancora di persuadermene completamente. Mi pare di pensare al giorno che sarò al fronte, come facevo a casa, e non di esserci realmente. Questo è un segno evidente  che non devo star male. Vi ho mandato tutti i giorni una cartolina  e ho scritto pure all'Achille e all'Alfonso. Spero che tutti i miei scritti giungano a destinazione. Ad ogni modo vi prego di salutare tutti da parte mia. State bene e mandatemi sovente vostre notizie. Ripeterò l'indirizzo in caso che non vi siano giunte le altre lettere. Ricevete cordialissimi saluti, tanti bacioni e abbracci dal vostro affez. Guglielmo
III Art. Montagna
43° Divisione 61°Batteria

Nei mesi successivi la vita trascorre "tranquilla" tra le incombenze di servizio e le licenze per gli esami universitari.
In luglio viene destinato al servizio telefoni, ossia la gestione delle linee e la loro riparazione dopo (a volte anche durante) i frequenti bombardamenti.
Ha anche occasione di dilettarsi con la fotografia anche se, come confessa in una lettera dell'11 Agosto '17 nella quale scrive "Ho il piacere di mandarti una fotografia abbastanza ben riuscita (chi si accontenta gode, dirai tu, non essendo che mediocre)", non con i risultati desiderati. Ecco qualche suo scatto:

 
Caporal maggiore con telefono Kellogg


Alla fine arriva l'infausto 24 ottobre del '17.
Il Chiampo viene preso prigioniero il giorno successivo ma, vista la situazione, non gli è facile inviare notizie ai familiari.
Finalmente il 15 novembre, riesce a scrivere due righe su una cartolina in franchigia per prigionieri di guerra:

Campo: Rastatt (Germania)
Ricevuta il 20-12-1917
Numero progressivo: 1

15-XI-17
Adorata Mamma e miei carissimi
Immagino la vostra gioia nel ricevere questa mia pari a quella che provo io nel potervi finalmente scrivere. Sono stato fatto prigioniero il 25 ottobre e ho sempre goduto ottima salute. Sappiate che con me non ho potuto portare nulla e che quindi mi occorrono tutti gli indumenti più necessari per ora. Mandatemi pure viveri e denari; fatemi l'abbonamento alla croce rossa per il pane. Informatevi bene prima di spedire. Bacioni più affettuosi. Mandatemi pure qualche cosa per la pulizia personale.




Grazie alla precisione della famiglia riusciamo a sapere anche la data di ricezione: il 20 Dicembre, ossia quasi un mese dopo l'invio e due dalla sua cattura.
Possiamo solo immaginare l'angoscia delle tante famiglie che aspettavano di conoscere la sorte toccata ai loro cari.
Da notare come anche il Chiampo, conscio delle difficoltà di ricezione della posta, numerasse in modo progressivo le cartoline in modo da permettere di comprendere la mancanza di qualche scritto.

Come si legge il campo in cui era stanziato era quello di Rastatt, situato nel Baden-Wuttemberg.
Ma, come si legge nella seguente cartolina, il campo non è ancora quello definitivo:

Campo: Rastatt (Germania)
Blocco No.9
Matricola 66164
Ricevuta l' 8-I-918
Numero progressivo: 3

25-XI-17
Carissimi; troverete un nuovo indirizzo, sebbene sempre nella stessa città perchè non siamo ancora al posto definitivo però ci hanno assicurati che riceveremo sempre ugualmente la nostra posta. Ancora vi prego di non perdere mai nessun turno per mandarmi quanto vi ho richiesto, specialmente riguardo al pane e ai viveri; unitevi sigarette. Sto bene e con tutto il mio affetto vi saluto e vi bacio

La lettera seguente non è datata ma, considerando il mese che ci hanno messo le altre per giungere a destinazione, possiamo ipotizzare che sia stata scritta nella seconda metà di gennaio del '18.
Il campo è diverso e ora è a Celle, centro specifico per gli ufficiali ed uno dei più grandi della Germania.

Campo: Offizier-Gefangenen-Lager Cellelager in Hannover (Germania)
Blocco D N°1035
Ricevuta il 26-II-1918
Numero progressivo: 8

Adorata Mamma,
oggi pochi minuti dopo che ebbi spedito la cartolina ad Elvira per il suo onomastico mi furono consegnati duecento marchi che mi avete inviato. Di questi vi ringrazio infinitamente; d'ora innanzi non me ne occorreranno altri perchè ci danno 75 marchi ogni mese più il vitto. Sono contento e più tranquillo che abbiate ricevuto a suo tempo mie notizie; io attendo con ansia le vostre che spero sempre buone. Vi scriverò più a lungo appena riceverò un vostro scritto. Tanti saluti e baci all'Elvira e all'Achille e a te ti abbraccio affettuosamente

Celle non è però l'ultima tappa del suo "pellegrinaggio" e, il mese successivo, lo troviamo nel campo di Schwarmstedt, distante circa 40 km da Celle e sempre nella zona di Hannover.

Campo: Offz.Gefangenenlager Schwarmstedt – Provinz Hannover
N°214
Ricevuta il 26-III
Numero progressivo: 18

Schwarmstedt 27-II-

Carissima Mamma,
dopo un breve viaggio di 40 km sono giunto alla nuova destinazione. Hai ricevuto la mia cartolina di ieri indirizzata a Ciriè colla quale vi annunciavo il mio trasferimento? Oggi ti mando il mio nuovo indirizzo perchè mi possiate scrivere subito. [Il posto, l'alloggiamento e tutta l'organizzazione del campo è molto migliore di quello di Cellelager e il vitto più ben confezionato e più abbondante per cui mi posso dichiarare soddisfattissimo del cambiamento][DUE RIGHE DI CENSURA] ho trovato qui un amico del mio gruppo e altre conoscenze coi quali mi faccio buona compagnia. In occasione del tuo onomastico mi affretto, per giungere in tempo, a porgerti con tutto il mio affetto gli auguri più fervidi, che in avvenire per molto anni possiamo festeggiare tutti riuniti questo giorno. Baci e saluti carissimi



Per la prima volta invece una cartolina subisce l'intervento della censura.
Come poi si scoprirà dagli altri scritti questo campo sarà la sua destinazione finale, eccolo in una cartolina dell'epoca:

Fonte: sito internet http://www.europeana.eu/

Nel frattempo iniziano ad arrivare i primi pacchi della Croce Rossa:

Campo: Offz.Gefangenenlager Schwarmstedt – Provinz Hannover
N°366
Ricevuta il 29-IV
Numero progressivo: 25

5-IV-1918
Miei carissimi
vi ho scritto il primo di questo mese e vi scriverò sempre una cartolina ogni quattro giorni. In  questa cinquina non ho ricevuto posta, mi è giunto il vostro pacco di castagne e fichi secchi: avete fatto bene a mandarmi quei generi che mi piacciono tanto; due pacchi mi sono arrivati da Londra contenenti 10 belle scatole di generi vari: pasta, riso, minestre preparate con differenti condimenti, cacao, thè e zucchero; prugne secche, gallette e biscotti; in complesso due bellissimi pacchi. Pane da Torino non se ne vede. Che cosa fanno quelle...brave signorine della C.R. Di Torino? Ricordandovi sempre vi saluto e vi bacio caramente

Ma, dalle lamentele, sembra che il servizio italiano di sostegno ai prigionieri fatichi a funzionare correttamente.
Fortunatamente però. dopo appena quattro giorni, da Torino giungono tre sacchi di pane, che si aggiungono a quelli ricevuti dalla famiglia e dalla Croce Rossa:

Campo: Offz.Gefangenenlager Schwarmstedt – Provinz Hannover
N°366
Ricevuta il 6-V
Numero progressivo: 26

9-IV-1918

Carissima mamma,
ho le tue cartoline del 9 genn – 25 feb – 13 mar e mi sono giunti tre vostri pacchi. Non ho visto la data; contenevano il primo: 2 kg Riso; 1 scat biscotti; polvere di cioccolato; un sacco di fagioli; 20 dadi, un barattolo di burro fuso; un paio di calze; 2 pacchetti di sigarette. Il secondo: 1 kg fichi, 1kg castagne, 1 kg riso, 1 kg castagne, 1 saponetta, 1 pezzo grovera,. Il terzo: salame, ciccolato, caffè; un paio di mutande e di calze, sigarette. Pacchi bellissimi e di massimo mio gradimento dei quali vi ringrazio infinitamente. Solo vi prego di usare sacchetti di tela e non di carta perchè si rompono. Ho ricevuto pure tre pacchi di pane da Torino: finalmente! E due pacchi da Londra (in tutto 15 belle scatole di generi misti) e un pacco viveri da Friburgo (cioccolato, sigarette, scatolette, minestroni) Tre bei pacchi. Saluti e baci all'Achille e all'Elvira e all'Alfonso e a te specialmente.

Passano venti giorni e, ormai, il servizio postale sembra diventato regolare (sebbene col solito mese per la ricezione delle lettere) come anche la ricezione dei pacchi viveri.

Campo: Offz.Gefangenenlager Schwarmstedt – Provinz Hannover
N°366
Ricevuta il 28-V
Numero progressivo: 30

28-IV-1918

Carissima Mamma,
mi giunsero graditissime la tua cartolina postale del 14-III-18 e quella illustrata del Elvira del 16-III e una postale del 27-II di Adelina che ti prego di ricambiare e nome mio. Come già vi scrissi di quello che mi annunci nella tua cartolina, ho ricevuto la divisa, che mi va benissimo, i pantaloni, le scarpe e il berretto; non ancora il pane biscottato che hai fatto cuocere e le mutande per l'estate, né le bretelle. Ieri ho ritirato un bel pacco da Copenagen contenente 20 uova fresche; un chilo di carne affumicato; un chilo di maccheroni; ½ chilo di burro fresco in carta e una scatola di latte condensato. Tanti baci affettuosi per te, l'Elvira, l'Achille, l'Alfonso.

Quella che segue è l'ultima cartolina spedita dal Chiampo giunta fino a noi:

Cartolina illustrata
Cartolina per prigionieri di guerra
Campo: Offz.Gefangenenlager Schwarmstedt – Provinz Hannover
Numero progressivo: 47

25-VI-18

Cordiali saluti e baci affettuosi
Guglielmo

L'ultima spedita ma non l'ultima recuperata. L'ultima è infatti una cartolina ricevuta da casa e che riporta una data storicamente importante. La missiva, spedita il 29 settembre '18, è stata prelevata dalla censura del campo il 2 novembre e rilasciata il 4 Novembre 1918, possiamo solo immaginare la gioia provata da tutti i prigionieri italiani del campo in quella giornata!



A cura di Arturo E. A.

Bibliografia:
- Sito internet "Europeana 1914 - 1918" http://www.europeana.eu/